E’ sconfortante la discussione apertasi sulla rotazione di metà mandato relativa alla presidenza del consiglio comunale di Piacenza basata sulla sconfessione di un patto che si sostiene non essere stato mai sottoscritto né essere mai esistito.In realtà quell’accordo venne assunto da tutta la coalizione che indicò nella "staffetta" la mediazione tra le legittime aspettative di rappresentanza avanzate tanto dall’allora Ulivo per Reggi (poi divenuto PD), quanto dalla lista civica.La prima osservazione che occorre fare riguarda l’etica politica: cioè il fatto che gli impegni presi vanno rispettati; non esistono possibilità alternative alla coerenza e alla lealtà.La seconda considerazione, ma non per importanza, è tutta e squisitamente politica e riguarda l’opportunità di aprire un conflitto così violento per la conservazione di una poltrona.Sconforta appunto il dover assistere ai contorsionismi di chi, negando l’evidenza, espone tutto il centro-sinistra alla pessima figura di un dibattito centrato sui criteri del potere e della politica scissa dall’interesse comune.Rifondazione Comunista ha rivendicato da subito (sin dalla riunione post elettorale in cui si decise a favore della rotazione) e rivendica anche ora, la necessità che le istituzioni e la politica riconoscano adeguata rappresentanza alla differenza di genere.Il rispetto dei patti e lo spazio per le donne è un impegno a cui tutta la coalizione di governo è chiamata; quella in corso è un’inutile e dannosa polemica che tutti dobbiamo contribuire a far cessare per ridare centralità ad una azione di governo capace di contrastare i drammatici effetti della crisi economica.Il brutto spettacolo a cui assistiamo è il frutto della degenerazione della politica, della trasformazione di certi partiti da luogo di un’azione collettiva per il cambiamento a strumento al servizio di interessi individuali e personalistici.Roberto MontanariSegretario prov.le PRC