La mancanza di politiche ed azioni idonee a far fronte alla grave crisi economica che travolge milioni di lavoratori e di famiglie dimostra ogni giorno la totale inadeguatezza dell’attuale classe dirigente e di governo del Paese. Le persone che hanno perso il lavoro, i tanti precari gettati sulla strada da un giorno all’altro lamentano l’abbandono in cui sono lasciati dal governo che non riesce ad offrire loro né prospettive né speranze. Altre situazioni fanno da corollario. Coloro che un lavoro lo hanno ancora, come i pendolari, debbono affrontare quotidianamente enormi difficoltà per conservarlo (possibilmente insieme ad una dignitosa condizione di vita) a cominciare dagli ostacoli posti dai disservizi del sistema ferroviario.Sono anni che i pendolari – oltre due milioni in Italia, diverse migliaia quelli piacentini tra lavoratori e studenti – lamentano disagi vissuti ogni giorno, fatti di treni sporchi, sovraffollati, sistematicamente in ritardo, di una gestione schizofrenica del servizio, sempre meno servizio pubblico e dai costi sempre più crescenti. Le loro lamentele, gli appelli, le petizioni sono rimaste quasi sempre inascoltate, le promesse sistematicamente disattese. Il piano di privatizzazione dei servizi ferroviari avviato più di dieci anni fa dal governo Prodi non è stato portato a compimento dal suo successore benché questi non perda occasione per dirsi campione e paladino di politiche liberali. Chi di privatizzazioni si riempie la bocca lascia che Trenitalia continui ad essere una società interamente pubblica, totalmente posseduta dal Ministero del Tesoro, senza muovere un dito. Anzi, sempre più il governo appare ostaggio del management ferroviario e del suo amministratore delegato in particolare, al punto di fare buon viso perfino di fronte all’invito/insulto che questi ha rivolto ai viaggiatori, di portarsi panini e coperte per affrontare le scene bibliche cui abbiamo assistito nelle stazioni per soli 30 cm di neve. Viaggiatori, cittadini, lavoratori, vacanzieri attrezzati come per affrontare una spedizione siberiana dall’esito incerto: una situazione che ha fatto ridere il mondo, soprattutto i finlandesi, per i quali treni italiani regolarmente manutenuti hanno superato ben peggiori condizioni atmosferiche.Toccherebbe al governo intervenire se potesse contare su una adeguata, competente classe dirigente. Le stesse Regioni, che hanno un ruolo importante nella stesura dei contratti di servizio, che non riescono tuttavia – a prescindere dal colore politico – a soddisfare le esigenze giustamente poste dai pendolari, appaiono controparti deboli di Trenitalia.C’è dunque un grave problema, di merito e di competenza. Manca una forte capacità di indirizzo sul piano politico e amministrativo e di controllo dei risultati di cui nessuno viene mai chiamato a rispondere.In questi anni i pendolari, che hanno imparato a conoscere sulla propria pelle i problemi e hanno maturato una straordinaria conoscenza anche tecnica, hanno chiesto maggiore equità nella ripartizione dei finanziamenti infrastrutturali da destinare prioritariamente all’ammodernamento delle linee preesistenti all’Alta Velocità e l’apertura delle nuove linee, finanziate con i soldi di tutti i contribuenti , anche al traffico regionale e interregionale, hanno avanzato proposte, sviluppato progetti che le amministrazioni competenti, al di là di un sostegno talora di facciata, continuano ad ignorare.E’ venuto forse il momento di ritirare la delega fin qui generosamente concessa a quei politici che avrebbero difficoltà a distinguere un locomotore da una carrozza e che si sono distinti nel presentare interrogazioni magari scritte da qualche rappresentante di categoria, ed assumersi l’ulteriore responsabilità di rappresentare direttamente e con cognizione di causa le esigenze di migliaia, milioni di pendolari in quelle sedi dove è possibile svolgere un ruolo utile.Per questo Italia dei Valori, impegnata a valorizzare il merito e le competenze diffuse nella società civile e a sostenere concretamente le esigenze del mondo del lavoro, immune dalla lotta per le candidature che caratterizzano altre forze politiche, si rende pubblicamente disponibile ad offrire uno spazio di agibilità politica ad una categoria di lavoratori, quella dei pendolari, mettendo a disposizione di un esponente da loro liberamente scelto una delle tre candidature che il partito proporrà in occasione delle prossime consultazioni per il rinnovo della Consiglio Regionale.Crediamo sia un modo tangibile per esprimere la nostra solidarietà a lavoratori non di serie B e per coinvolgerli direttamente nella determinazione di indirizzi di settore e di contratti di servizio in grado di privilegiare logiche di interesse generale e la centralità dell’utente.