Consorzio vini: Coldiretti chiede una maggior rappresentanza

La Commissione Vitivincola Provinciale di Coldiretti, in relazione all’articolo apparso nei giorni  scorsi  su di un quotidiano locale, ritiene che non siano state sufficientemente esaustive, pur se giudicate positivamente per la disponibilità dimostrata, le dichiarazioni del Presidente del Consorzio Vini Mario Chiesa. Infatti la Commissione Coldiretti ritiene sia fondamentale, che all’interno del Consorzio si attui al più presto un radicale rinnovamento, in modo da rappresentare realmente le diverse realtà vitivinicole provinciali. Tale condizione infatti è prioritaria e vincolante per far si che gli obiettivi strategici tesi a valorizzare la viticoltura di qualità del territorio che si pone il Consorzio vini, siano condivisi dalla totalità della filiera, quindi i viticoltori, i vinificatori e gli imbottigliatori.E’ pertanto necessario che l’Ente apporti le dovute modifiche, a partire dallo Statuto, in modo da creare una più ampia rappresentatività dell’intero comparto vitivinicolo, partendo proprio dal Consiglio. Solo puntando a questa direzione, con il fine di un’urgente e più vasta valorizzazione dei nostri vini DOC, gli sforzi potranno essere  compartecipati da tutti. Questo significa approfondire insieme tutte le problematiche tecniche e commerciali, vuol dire avere "il polso" dei problemi reali di tutta la filiera; per questo occorre puntare ad una squadra coesa.Pur condividendo alcuni aspetti segnalati nel comunicato del Presidente del Consorzio vini, la Commissione Coldiretti critica l’affermazione secondo cui, per Chiesa, sarebbe assurdo che le aziende possano scegliere autonomamente l’ente certificatore tra quelli accreditati al Ministero. Questo meccanismo invece, a differenza di quanto affermato dal Presidente, garantirebbe alla pubblica amministrazione, e non a privati, di poter detenere i dati e le informazioni della denominazione nel suo complesso, garantendo libertà di scelta, trasparenza, riduzione dei costi e degli oneri a carico dei produttori stessi.C’è poi ancora, a parere della Commissione, un ulteriore aspetto da chiarire. Non è affatto vero che i controlli "sistemici" voluti dalla Ue siano obbligatori ed articolati in questo modo. Infatti il Regolamento 607/09 prevede tre distinte modalità per effettuare i controlli a mezzo dell’Autorità competente (in Italia: l’ICQRF), oppure da un Organismo di controllo terzo, mediante controlli "casuali", "a campione", oppure "sistemici". Per questo motivo Coldiretti si sta battendo in modo che la revisione della Legge 164, vada verso questa direzione, ovvero quella di un vero rilancio, per valorizzare in modo diverso i vini di eccellenza del nostro territorio.

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