"Siamo stanchi di essere presi per i fondelli, dopo averle provate tutte non vorremmo essere costretti a interrompere ogni forma di collaborazione col Governo". Così, stamani, il sindaco di Piacenza Roberto Reggi, vicepresidente Anci, aveva sintetizzato le motivazioni della protesta che ha portato il Consiglio dell’associazione nazionale dei Comuni a riunirsi, in via straordinaria, in piazza Montecitorio a Roma. Le sue parole hanno anticipato quanto ha deciso, questo pomeriggio, il Consiglio nazionale Anci: l’interruzione dei rapporti istituzionali con il Governo e la sospensione immediata, fino a diversa comunicazione, della partecipazione alle riunioni tecniche della Conferenza unificata e a tutti gli incontri in sedi istituzionali (commissioni, comitati, tavoli nelle diverse materie) di raccordo con il Governo.La manifestazione dell’Anci, che ha visto protagonisti numerosi primi cittadini provenienti da tutta Italia, in egual misura di centrodestra e di centrosinistra, è stata convocata per ribadire la contestazione nei confronti del Governo su diversi punti: dai mancati rimborsi dell’Ici sulla prima casa, alla richiesta inascoltata di alleggerire i vincoli del Patto di stabilità, quantomeno per i Comuni virtuosi, sino all’anticipazione di misure che avrebbero dovuto essere oggetto di concertazione nel dibattito sul Codice delle Autonomie, quali i tagli al numero di assessori e consiglieri delle sole Amministrazioni comunali, senza mettere mano a Ministeri, Regioni e Province, "enti che hanno un peso molto più rilevante – ha spiegato Reggi – nell’assorbimento di spesa pubblica. Basti pensare che, in tal senso, il rapporto è di nove a uno rispetto alla spesa assorbita dai Comuni"."Il Governo – ha affermato il sindaco – si ostina a non restituirci completamente i nostri soldi, ovvero le somme che spetterebbero alle Amministrazioni comunali come compensazione per l’abolizione dell’Ici: una manovra che è stata sbandierata, in modo demagogico e superficiale, come provvedimento a favore dei cittadini, per i quali si sta rivelando, al contrario, come un vero e proprio furto dal loro stesso portafoglio. La carenza di risorse, infatti, si traduce concretamente in una drastica riduzione dei servizi pubblici essenziali, che anche i Comuni più attenti e sensibili faticano a garantire, a fronte dei tagli indiscriminati e delle politiche attuate dal Governo"."Ci dipingono come responsabili dello spreco – prosegue il sindaco di Piacenza – quando gli enti locali contano meno del 10% sulla spesa pubblica e costituiscono il comparto che ha risparmiato di più negli ultimi anni. La strategia politica del Governo, a questo proposito, è chiara: affamare le Amministrazioni locali per farle apparire, agli occhi dei cittadini, come responsabili della forzata diminuzione dei servizi. Lo stesso Codice delle Autonomie, anticipato in Finanziaria solo per quanto riguarda i Comuni, è l’ennesima prova del centralismo di questo Governo, e del tradimento della Lega, soltanto a parole promotrice e paladina del federalismo, verso i propri elettori".