Paola De Micheli (Pd) interroga il Ministro Scajola sul futuro della Sogin

Quale ruolo avrà la Sogin nel futuro decommissioning  delle centrali nucleari esistenti e all’interno del programma nucleare annunciato dal Ministro dello Sviluppo Economico Scajola? Sono le domande contenute nell’interrogazione parlamentare presentata dall’onorevole Paola De Micheli, insieme al collega di partito Alessandro Bratti, al governo. La parlamentare del Partito Democratico esprime preoccupazione per l’incertezza che avvolge ancora la sorte della Sogin. "A tutt’oggi, dopo la designazione del commissario e dei due vicecommissari della società – viene sottolineato – non si è ancora provveduto all’emissione dell’atto di indirizzo strategico che spetta al Ministero dello Sviluppo Economico, provocando il rallentamento e, in certi casi, l’arresto dei programmi di smantellamento dei siti nucleari". Secondo la De Micheli, "gli importanti risultati in materia di messa in sicurezza dei siti rischiano di essere vanificati se si andasse ad una disarticolazione della Sogin. In questo senso i lavoratori della centrale di Caorso hanno mantenuto impegni e scadenze indipendentemente dai vari consigli di amministrazione succedutisi in Sogin". La De Micheli fa notare altresì come l’ipotizzato "spacchettamento" di Sogin soffocherebbe sul nascere la partecipazione di piccole aziende a artigiani dei territori che hanno accettato e contribuito a realizzare gli impianti atomici. "E’ indispensabile – conclude la parlamentare piacentina – pervenire alla costruzione di un deposito nazionale; gli elementi di combustibile riprocessati rientreranno in Italia in 10 anni circa e i fusti per incenerimento e compattazione in 1-2 anni: in questa situazione di stasi i territori sede di siti nucleari rischiano di diventare depositi temporanei a tempo indeterminato di rifiuti radioattivi".

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