NUCLEARE: LA DECISIONE SARA? SOLO DEL GOVERNO

Il 20 ottobre l’Onorevole Anita Di Giuseppe dell’Italia dei Valori ha rivolto un’interrogazione al Governo sul tema del ritorno al nucleare stabilito dalla legge del 23 luglio 2009 numero 99. In particolare si chiedeva, basandosi sulle notizie che stanno circolando in questi ultimi giorni anche sui quotidiani nazionali e da ultimo sul Sole 24 Ore, se trovasse conferma la veridicità di una lista stilata da incaricati del Governo che conterrebbe il nome di dieci siti ospitanti, tra cui è inserito in pole position Caorso. Si chiedeva inoltre quali fossero le procedure per coinvolgere nella scelta in modo trasparente le popolazioni e gli enti locali interessati. In data 28 ottobre è arrivata la risposta parecchio evasiva del Ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito, imperniata sul fatto che dovranno essere le Commissioni parlamentari competenti, con l’ausilio della Conferenza unificata (in cui trovano rappresentanza Regioni, Provincie e Comuni), ad affrontare gli aspetti riguardanti la scelta del sito. Tuttavia, come è stato successivamente ricordato al Ministro, l’articolo 25 della cosiddetta "Legge sviluppo" prevede solamente un parere non obbligatorio della Conferenza Unificata. In conseguenza il Governo potrà poi fare ciò che vorrà e imporre il tutto con la forza. Senza contare che Calabria, Liguria, Piemonte, Toscana, Emilia-Romagna, Umbria, Lazio, Marche, Basilicata e Sicilia (praticamente metà Italia) hanno già deciso d’impugnare la 99/2009 ricorrendo alla Corte Costituzionale, proprio perché la suddetta legge viola il Titolo V della Costituzione Italiana che individua poteri concorrenti fra Stato e Regioni in materia di energia, non permettendo quindi all’esecutivo berlusconiano l’imposizione del sito "manu militari".  Consideriamo inoltre che in Italia il referendum popolare del 1987 ha stabilito che la stragrande maggioranza della popolazione non vuole più le centrali nucleari. Questa tecnologia fatica ad avere un mercato proprio perché ha elevati costi, cresciuti nel corso degli anni, ed oggettivi problemi nella gestione delle scorie. Sul piano pratico i quattro reattori che il Ministro Scajola ha come obiettivo di realizzare produrranno dai 42 ai 45 miliardi di chilowattora, nemmeno lontanamente paragonabili ai 50 miliardi di chilowattora in più che l’Europa si è prefissa per le rinnovabili nel settore elettrico nel 2020. Perciò la chiara proposta dell’Italia dei Valori è sempre nella direzione dello sviluppo dell’energia alternativa, dal solare all’eolico passando per le biomasse, e certamente con minori costi e con minori rischi per la salute dei cittadini.

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