Dalla prima firma di
un accordo per la qualità dell’aria in Emilia-Romagna, era il 2002, le polveri
sottili pm 10 sono calate del 15%, con una riduzione del 20% degli sforamenti
dei limiti previsti dalla normativa europea, nonostante il clima abbia
registrato negli anni una diminuzione delle piogge e del vento. Tra il 2002 e
il 2008 sono diminuiti anche gli altri inquinanti: biossido di azoto – 11%,
benzene – 51% e monossido di carbonio – 73%.
E’ uno dei risultati concreti dei provvedimenti previsti dai diversi accordi
per la qualità dell’aria, firmati tra Regione, Province e Comuni con più di 50
mila abitanti. Il blocco del traffico e le misure strutturali per favorire il
trasporto pubblico e la mobilità sostenibile che l’accompagnano sono il
contenuto anche dell’ottavo accordo, firmato oggi a Bologna.
"E’ un accordo importante e utile – ha sottolineato l’assessore regionale
all’ambiente Lino Zanichelli -, la situazione della qualità dell’aria è in
costante miglioramento. Gli interventi avviati sono a tutto campo e saranno
potenziati negli anni a venire, anche con iniziative di green economy per far
sì che la ripresa economica sia di qualità, con programmi e processi
sostenibili".
L’assessore regionale a mobilità e trasporti Alfredo Peri ha parlato di un
accordo "in continuità con un lavoro che sta producendo risultati
significativi. Ci siamo concentrati – ha detto – sulla quantità e qualità del
trasporto pubblico locale e ferroviario e sulla mobilità ciclabile. Ora,
accanto agli interventi per l’efficentamento del parco dei mezzi circolanti, i
tempi sono maturi per aprire un confronto sul tema dell’elettrico per promuoverne
l’utilizzo, innanzitutto, nelle flotte degli enti pubblici e delle grandi
aziende".
Lo stop alle auto e moto
Le misure di limitazione del traffico ripartono dall’1 novembre 2009 e sono
attive fino a tutto il mese di marzo 2010, nei mesi considerati più a rischio
di smog.In questo periodo è previsto lo stop dal lunedì al venerdì della
circolazione dei veicoli più inquinanti e, dal 7 gennaio, il blocco totale ogni
giovedì dalle 8,30 alle 18,30. Sono esclusi i veicoli elettrici, ibridi,
benzina e diesel purché conformi alle direttive euro 4 ed euro 5, a gas metano e gpl, in car
pooling o car sharing e i diesel se con filtro antiparticolato.
I provvedimenti strutturali
Gli accordi sono stati fin dall’inizio accompagnati da provvedimenti
strutturali destinati a incidere nel medio periodo. Tra il 2001 e il 2010 la
Regione ha investito e investirà per la mobilità sostenibile e la riduzione
dell’inquinamento urbano oltre 610 milioni di euro, movimentando
complessivamente risorse per 1 miliardo 76 milioni di euro. In particolare i
finanziamenti regionali nel triennio 2007-2010 ammontano a quasi 381 milioni di
euro (a fronte di una spesa complessiva di quasi 439 milioni di euro) per
diverse misure: dal rinnovo del parco autobus all’acquisto di materiale rotabile,
dal potenziamento della mobilità ciclistica e dell’intermodalità alla riduzione
dei consumi energetici in campo civile e produttivo.
In particolare sulla rete ferroviaria della Regione è in corso di attuazione un
piano straordinario di interventi, con ricorso anche a risorse di finanziamento
statale, che ha previsto uno stanziamento di circa 200 milioni di euro per il
rinnovo del materiale rotabile, di altri 200 milioni di euro per le
infrastrutture ferroviarie (impianti e sistemi tecnologici, passaggi a livello,
sottopassi, ecc…) e che punta a un aumento significativo dei chilometri
percorsi dai treni. Dal 2001 al 2008 l’incremento è stato di quasi il 19% (30%
considerando solo le ferrovie regionali) con una previsione del 20% al 2010.
Per quanto riguarda il trasporto pubblico locale, dal 2001 al 2008 i bus a
metano sono passati dal 2% al 18%, mentre i diesel sono scesi dal 95% al 60%.
Fino ad oggi le Aziende di trasporto regionali hanno acquistato 1.424 nuovi bus
grazie a un contributo regionale di 170 milioni di euro, rinnovando circa il
43% del parco circolante, ed entro il 2010 oltre 30 milioni di euro
consentiranno l’acquisto di ulteriori 150 autobus e filobus ecologici.
Inoltre, comincia ad essere operativo il sistema di tariffazione integrata
regionale (Mi muovo) della mobilità ferro-gomma, con l’estensione progressiva
al 2010 a
tutta la regione e l’integrazione con il car sharing e il bike sharing (per
quest’ultimo lo stanziamento regionale iniziale è di 2 milioni di euro).
Sul fronte delle auto, a tutt’oggi sono oltre 20 mila i veicoli a benzina (dai
pre-euro fino agli euro 4) convertiti a gpl o a metano, grazie al contributo
regionale di oltre 10 milioni di euro. Diventeranno 30 mila alla fine del 2010.
Altri 6 milioni di euro sono disponibili per proseguire con gli incentivi
regionali alla trasformazione dei veicoli da benzina a metano/gpl, per
l’installazione dei filtri antiparticolato (fap) su veicoli diesel e altre
iniziative per i veicoli elettrici leggeri. In particolare, per dotare i veicoli
commerciali leggeri di filtri fap la Regione ha stanziato nel 2009 ulteriori
700 mila euro destinati al Comune di Bologna per una prima sperimentazione che,
se darà esito positivo, sarà estesa anche alle altre città.
Le piste ciclabili nei 13 Comuni con più di 50 mila abitanti hanno raddoppiato
la loro lunghezza passando dai 676
km del 2001 ai 1.149 chilometri
del 2008. Gli investimenti regionali per il potenziamento della rete
ciclopedonale è stato, dal 2001, pari oltre 15 milioni di euro, su una spesa complessiva
di 40 milioni di euro. Inoltre, parallelamente la Regione ha previsto un primo
contributo di 500 mila euro per l’attuazione di percorsi sicuri casa-scuola da
destinare ai 10 Comuni capoluogo, in stretto coordinamento con i progetti nel
campo dell’educazione alla sostenibilità dei Centri di educazione ambientale
della rete regionale.
Anche l’attuazione del Piano energetico regionale ha determinato risultati
importanti e si pone ancora al 2010 forti obiettivi di risparmio di energia e
sviluppo di fonti rinnovabili, con relativo calo di emissioni inquinanti in
atmosfera. Ne è esempio il bando 2008 alle imprese che ha finanziato 133
progetti, volti soprattutto al fotovoltaico e all’efficienza energetica dei
processi produttivi e degli edifici, con un risparmio di energia stimato
all’anno di 20.737 tonnellate equivalenti di petrolio e di 48.110 tonnellate di
Co2. I risparmi di energia più consistenti si avranno grazie alla
certificazione energetica di tutti i nuovi edifici e allo sviluppo di oltre 40
aree produttive ecologicamente attrezzate in regione.
Infine, per il rinnovo delle centraline di monitoraggio – in linea con la nuova Direttiva
europea 2008/50/CE che prevede la rilevazione anche dei livelli delle polveri
ultrafini (pm 2,5) – la Regione ha stanziato 4 milioni di euro dal 2006. La
nuova rete è ormai attiva in tutto il territorio e hanno iniziato i rilevamenti
dal 2009. L’Emilia-Romagna è la prima regione italiana a essere in regola con
quanto previsto delle norme europee e dal prossimo anno disporrà dei dati per i
raffronti.
Gli accordi
Da otto anni la Regione promuove un accordo di programma volontario sulla
qualità dell’aria, con le Province e i Comuni oltre i 50.000 abitanti, per
combattere l’emergenza smog e a tutela della salute dei cittadini e con
l’obiettivo di uniformare e rendere più efficaci le misure di contenimento
delle emissioni inquinanti.
Il primo accordo è stato siglato nel 2002 e accompagnato dalla campagna di
comunicazione "Liberiamo l’aria", attraverso la quale la Regione ha illustrato
le misure di limitazione del traffico adottate e i rischi per la salute
derivanti dall’inquinamento urbano, anche alla luce della direttiva europea
sulle polveri sottili (pm10) che, dalla sua entrata in vigore nel 2005, ha previsto che non
sia superata la soglia di 50 microgrammi per metro cubo per più di 35 giorni
l’anno, con una media annua di 40 microgrammi. L’accordo ha avuto un’evoluzione
nel corso degli anni. All’ultimo hanno aderito 80 Comuni.
Insieme alle Regioni Piemonte, Lombardia e Veneto, alle Province autonome di
Trento e Bolzano e al Canton Ticino, l’Emilia-Romagna ha anche sottoscritto a
Roma, il 7 febbraio 2007, un accordo teso ad avviare iniziative comuni nella
pianura padana. L’accordo, tra l’altro, si è tradotto nella richiesta congiunta
di deroga all’Unione europea al rispetto dei limiti fissati per il pm 10. La
recente decisione dell’Ue del 28 settembre 2009 ha confermato la
presenza delle criticità meteo-climatiche presenti nel bacino padano e, nel
contempo, evidenziato la necessità di approfondimenti per alcune aree della
Regione.