IL SINDACO DI NOVARA RELATORE IERI SERA ALLA SCUOLA QUADRI DELLA LEGA PIACENTINA"IL SEGRETO DEL SUCCESSO? METTERCI CUORE, STARE TRA LA GENTE. E LAVORARE DURO"GIORDANO AGLI ELETTI LEGA: "LA LINEA DEL MOVIMENTO È RIGOROSA. E QUESTO AIUTA" E’ stato l’artefice del successo della Lega Nord nella sua terra, Novara. In cinque anni di mandato da sindaco ha quintuplicato i voti del Carroccio. Sono i numeri a parlare per Massimo Giordano, primo cittadino novarese ospite ieri sera alla scuola quadri della Lega piacentina, corso di formazione-approfondimento per amministratori e militanti. Eletto alla prima poltrona del municipio con il 4,19 per cento dei consensi leghisti nel 2001, ha portato il movimento al 20,66 per cento nella tornata amministrativa del 2006, che ha sancito la sua riconferma a palazzo Cabrino. In un faccia a faccia con gli amministratori leghisti locali, Giordano ha portato nella sempre più verde Emilia la sua esperienza di amministratore di un importante comune piemontese. Ed ora con l’incarico di vicepresidente Anci per lui si profilano nuove sfide. Sindaco eletto col 50,7 per cento dei consensi e riconfermato con il 61 per cento dei suffragi. Se c’è un segreto del buon amministrare lei sembra averlo colto…«Più che il sottoscritto hanno colto nel segno tutti i sindaci (e non solo) della Lega che hanno deciso di amministrare le città ascoltando i cittadini e stando in mezzo alla gente. Questo approccio ormai viene apprezzato in tutto il Nord. E in un momento difficile, in cui è complesso essere primo cittadino perché arrivano meno soldi e la crisi colpisce i tessuti più industrializzati, ad emergere sono i sindaci del Carroccio, vicini ai bisogni dei cittadini». Da qualche giorno lei affianca all’incarico di sindaco quello di vicepresidente Anci nazionale. Quali sfide future si profilano per i comuni?«Ho avuto il piacere di questa nomina, arrivata dal presidente Sergio Chiamparino. Il dato politico interessante è che la Lega è entrata a pieno titolo all’interno dell’Anci, che è un’associazione che si occupa dei comuni e cerca di dialogare con il governo per portare avanti le istanze delle autonomie locali. Era difficile pensare che – in un momento in cui si profilano sfide importanti come il federalismo istituzionale e quello fiscale – un partito sensibile come il nostro potesse rimanere fuori. Evidentemente siamo entrati non per scaldare la sedia, ma per cercare di sensibilizzare il più possibile l’associazione ad andare in una certa direzione. Per cambiare il Paese occorre considerare il federalismo non solo come una nuova impalcatura istituzionale, ma come un modo per stare vicino alla gente e tutelare le identità. Se riusciamo a far passare questo messaggio credo che tutto il Paese ne beneficerà. Il Paese è diviso, con tante diversità che devono diventare una ricchezza. Non devono essere schiacciate e omologate come si è cercato di fare in passato».A proposito di federalismo: lo stesso Chiamparino ha inserito nell’agenda Anci l’autonomia fiscale per i comuni. Qui lei gioca in casa. «Chiamparino è un sindaco pragmatico, che cerca di fare il bene delle autonomie locali. Il pericolo che ravvisiamo è che, con il federalismo istituzionale e fiscale, ci siano delle forze che vogliono cambiare tutto per non cambiare nulla. Invece la sfida è cambiare veramente. Per questo noi dobbiamo vigilare all’interno dell’Anci, in parlamento, nel governo, perché il cambiamento sia reale e concreto. Perché il Nord ha bisogno e voglia di autonomia. E tutto il Paese ne beneficerebbe se il Nord fosse più autonomo». Quale consigli dà ai nuovi eletti della Lega Nord?«In vent’anni la Lega ha dimostrato che è capace di costruire una classe dirigente adeguata. Quella che emerge nei momenti difficili. C’è una linea di partito molto rigorosa e questo aiuta gli amministratori a fare bene. Si tratta solo di avere la capacità di metterci cuore, interpretare le istanze che arrivano dal nostro grande capo, Umberto Bossi, e fare il nostro dovere a livello territoriale. Bisogna essere umili, vicini alla gente. E lavorare duro».