?Ramadan, un momento di integrazione per la comunità?

La fine del Ramadan ha segnato per la nostra comunità un momento importante sulla strada dell’integrazione e del dialogo: il mese da essi dedicato alla preghiera improntato alla massima sobrietà, si è infatti concluso con un’affollata cerimonia dove il ricordo dei caduti della Folgore a Kabul  è diventato elemento centrale della celebrazione. Il fatto che, per la prima volta, l’orazione sia stata tenuta anche in italiano rafforza l’idea che la volontà di comunicare, di conoscere e di farsi conoscere è alta. Tutto ciò non è casuale ma in qualche modo riconducibile al dibattito che in questi mesi si è sviluppato all’interno della comunità mussulmana piacentina. La massiccia presenza di fedeli dell’Islam al Palazzetto dello sport, originari di nazionalità ed etnie anche molto diverse tra di loro, fa ben sperare rispetto alla capacità dei "nostri" mussulmani di essere uniti nella preghiera e nell’incontro al di sopra delle divisioni storicamente determinate e al di là delle diverse culture di provenienza. Non si tratta, infatti, di dimenticare le proprie radici e le proprie identità bensì di portarle come dono alla nuova realtà in cui si vive. La preghiera rappresenta infatti uno dei più straordinari momenti di coesione sociale,  l’affidamento delle proprie speranze a Dio, il ringraziamento per ciò che di quelle speranze si è realizzato oltre che il luogo dove confidare le proprie disillusioni, trovando in ciò il conforto necessario per andare avanti.  Così è vissuta dalle tante donne mussulmane che, in questi mesi, ho avuto la fortuna di conoscere, così è vissuta dalle loro famiglie. Oggi la strada vede tracciato solo l’inizio, ed è un inizio difficile, ma la consapevolezza di tutti è che si sta lavorando perché siano le nuove generazioni a godere i frutti di una nuova stagione. La responsabilità di quel che si fa oggi è però nostra ed è reciproca: della comunità che accoglie e di quella che arriva. Per questo mi sento di ringraziare tutta la comunità mussulmana di Piacenza e tutti coloro che, fuori dalle polemiche, con discrezione, lavorano per il dialogo intereligioso e interculturale. Il Ramadan di Piacenza  si è chiuso con l’auspicio che lo spirito osservato nel mese di preghiera duri sempre e non solo in quei trenta giorni. E’ un presupposto importante affinché i mussulmani di Piacenza trovino al loro interno la capacità di rappresentarsi e rapportarsi autorevolmente al resto della comunità.Giovanna PalladiniAssessore alle Politiche Sociali

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