IL DIRITTO DI FORMARSI, IL DIRITTO DI FORMARE Principi e libertà fondamentali espressi nella nostra Costituzione appaiono stravolti dalle politiche Gelmini e Tremonti: la libertà di poter fruire di una dignitosa e gratuita istruzione, che mal si concilia con inconcepibilmente elevati numeri di alunni per classe, riduzione di ore, eliminazione di laboratori, svalorizzazione delle specializzazioni acquisite dai formatori e l’ormai discusso diritto di bambini e ragazzi diversamente abili di godere di maggiori e più adeguate risorse (non minori!). Tagliare mezzi e risorse alla scuola pubblica (prevedendo parallelamente finanziamenti pubblici alle scuole private!) significa attuare una premeditata amputazione di valore, significa privare stranieri e cittadini del diritto di formarsi e di formare. Decapitare la spesa pubblica in un settore così nevralgico non solo comporterà la difficoltà di migliaia di insegnanti di sostentarsi, ma ostacolerà il concreto formarsi di una futura e dinamica classe dirigente.Se l’istruzione rappresenta per il nostro governo un costo, "Sinistra e Libertà" preferisce seguire l’esempio degli Stati Uniti e di altri numerosi paesi europei che, malgrado la crisi, hanno seguito il binario opposto: il potenziamento degli investimenti nel settore dell’istruzione. Che cosa chiediamo? Non cambiamenti sommari e superficiali, ma incisivi riforme che valorizzino sistemi radicati, come quello elementare (soggetto ad un’irresponsabile sostituzione di un’unica figura ad un quadro polivalente e ricco) e che intervengano nelle scuole medie e superiori potenziandone il contorno laico e democratico, incentivando l’eterogeneità di un’offerta didattica che stia al passo con le trasformazioni economico-sociali. Sosteniamo il diritto di apprendere e di insegnare, di coltivare la propria professione e la competenza acquisita in anni di esperienza. Ma ora manca la premessa: la professione tende progressivamente ad essere negata. Eppure non cadiamo nella trappola! Non leghiamo l’esercizio di un diritto legittimo all’esclusione di un altrui diritto, anch’esso legittimo, fondandoci su subdole ed insinuanti divaricazioni territoriali. Non vogliamo affossarci in inutili e dispersive battaglie tra "precari". Ciò che auspichiamo è piuttosto la fondazione di criteri equi, in grado di rispettare da un lato i lunghi ed estenuanti percorsi formativi di quelle migliaia di insegnanti per i quali anche la supplenza si è trasformata quest’anno in miraggio, dall’altro idonei a porre le fondamenta di un’istruzione che nella professionalità e nella continuità del corpo docente individui capisaldi, non irraggiungibili mete. Un minor numero di "addetti ai lavori" non equivale a una razionalizzazione ma corrisponde a minori potenzialità. "L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro": il primo sacrosanto diritto con cui il nostro testo costituzionale si apre appare oggi brutalmente negato. Ricordiamo, inoltre, che è possibile sottoscrivere on line la campagna nazionale per la scuola all’indirizzo:WWW.SINISTRAELIBERTA.IT/STUDIARE-MEGLIO-STUDIARE-TUTTI Sinistra e LibertàPiacenza