POLLEDRI (LN): “MARINO. DALLE CENERI DI UN IMPORTANTE PARTITO OPERAIO AL R

Egregio Direttore,Consiglierei al popolo del Pd che ha intenzione di votare Ignazio Marino alle primarie, di chiedergli innanzitutto una cosa: la coerenza, essendo sua abitudine cambiare troppo spesso idea. Soprattutto sui temi etici. Ricordo bene, negli oltre due anni che ho trascorso al Senato, le sue battaglie per difendere "la vita degna di essere vissuta". Oggi il candidato democratico auspica, invece, "che a decidere sulle situazioni di fine vita siano le persone e non lo Stato". Che si decida. A decretare la morte di Eluana Englaro è stata una sentenza dei giudici, arrivata al termine della testarda lotta giudiziaria del padre Beppino. Tra le altre cose non si è minimamente tenuto conto della sonora smentita alle presunte volontà della ragazza, giunta dall’ex amico del genitore, Pietro Crisafulli. Segno evidente che non ci sono garanzie alla volontà per conto terzi. Di fronte a questo sguardo annebbiato sulla vita invoco maggiore attenzione. La posizione di Marino, infatti, è pericolosa. Nella sua ambiguità apre a scenari terribili. Eutanasia e selezione pre-natale in primis. Le logiche conseguenze del Marino-pensiero portano, tra le altre aberrazioni, a prefigurare casi di neonati contesi con occhi azzurri e capelli biondi. La civiltà teorizzata è quella del diritto al desiderio. E’ quella dell’egoismo e dell’individualismo senza freni. Il soggetto si fa Dio, tanto da poter disporre della sua e altrui vita. Altro che "terzo incomodo" alla segreteria del Pd. Il senatore-chirurgo rappresenta la saldatura con la cultura radicale, l’uomo che più di tutti potrebbe trasformare ciò che è sorto dalle ceneri di un importante partito operaio in un radicalismo di massa. Per tornare al passato: quale ruolo ha avuto la commissione Igiene e sanità del Senato ai tempi della presidenza Marino? Ci si è solamente e miseramente accaniti sul testamento biologico, la principale arma per debellare il sentire comune, lo strumento principe per far fuori in un colpo solo il genuino principio etico (e di buon senso) che fa della morte un fatto privato, affidato allo stretto riserbo tra medico-paziente e familiari. Non certo alle aule dei tribunali. Per due anni Marino ha inseguito obiettivi ideologici, che nessun riscontro hanno tra la popolazione, negando ai cittadini una legge sulle cure palliative, di reale e autentico interesse. Ora il senatore si batta le mani sul petto e faccia mea culpa. Massimo Polledri (deputato Lega Nord)

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