L’allarme lanciato in questi giorni dalle associazioni di Pubblica Assistenza operanti sul nostro territorio è grave e fondato: basti pensare, per dare un’idea dei tagli consistenti che hanno investito il Servizio civile nazionale, che negli ultimi due anni sono stati ridotti i finanziamenti per oltre il 50%. Inevitabilmente, ne è conseguito il dimezzamento dei posti disponibili per i giovani, ridotti a non più di 60, in totale, per quanto riguarda Piacenza. Questa situazione ha avuto un impatto fortemente negativo non solo per l’Anpas, ma per tutti quegli enti che nel Servizio civile avevano individuato un’opportunità formativa importante rivolta ai ragazzi e, nel contempo, una risorsa preziosa da valorizzare al proprio interno. Non ultimo, il Comune di Piacenza: sebbene siano stati accolti tutti i sei progetti presentati dall’Amministrazione – che prevedevano l’impiego di 23 volontari – le risorse stanziate sono sufficienti per non più di 7 volontari effettivi, a fronte dei 20 su cui potevamo contare due anni fa. Tuttavia, credo che accanto a questi dati di per sé significativi sia necessaria una riflessione più ampia. E’ evidente, infatti, la volontà di investire sempre meno nella costruzione di una società coesa, in cui ciascuno possa mettersi in gioco e prestare attenzione alle esigenze altrui. "Se vuoi essere un uomo buono, allenati ad esserlo": penso che questo sia un bell’insegnamento di vita, purchè si abbia la possibilità di sperimentarlo. Il Servizio civile è senza dubbio una straordinaria opportunità in tal senso, perché riesce a integrare la voglia di fare dei ragazzi con le necessità del territorio e delle persone che lì vivono. Nel contempo, è un investimento prezioso per il futuro: ciò che si vive nell’anno di volontariato non solo ha un impatto immediato, ma contribuisce a costruire i cittadini di domani, che sono stati "allenati" ad osservare, percepire, farsi carico (o, perlomeno, impegnarsi a farlo) dei problemi della collettività. In quest’ottica, i tagli effettuati appaiono ancor più inconcepibili, imponendoci una riflessione sul modello di società che si vuole costruire. Personalmente, come assessore al Futuro e come padre, sono molto preoccupato: una società in cui si considera unicamente l’io, mentre il "noi" perde importanza, non solo non si può considerare una comunità, ma genera paure, divisioni, aggressività.L’Amministrazione comunale di Piacenza ha investito risorse nel Servizio civile per fornire supporto, formazione e ambiti di servizio (sociali e culturali) alla persona, in modo tale che – accanto ai giovani cui era rivolta quest’opportunità – ne traessero beneficio anche i cittadini che con loro entravano in contatto. Pertanto, non possiamo che condividere l’appello di Anpas affinchè i fondi per il Servizio civile vengano reintrodotti, almeno nella misura degli anni precedenti; una richiesta di cui ci facciamo interpreti, rivolgendola innanzitutto ai parlamentari piacentini, affinchè si impegnino per ottenere uno stanziamento aggiuntivo contribuendo, così, a un altro tassello di quella società solidale e attenta che è preludio di un futuro migliore. Giovanni CastagnettiAssessore al Futuro del Comune di Piacenza