Erano oltre 40 gli insegnanti che ieri sera, a Ca’ Boiardi, si sono ritrovati per discutere delle conseguenze della riforma Gelmini per i docenti non abilitati, insieme a Gianluigi Boiardi, i rappresentanti dei principali sindacati (Cgil, Cils, Snals, Cobas), l’assessore provinciale al Sistema scolastico Andrea Paparo e il capogruppo consiliare "Io scelgo Boiardi" Giampaolo Speroni. Gianluca Agosti e Francesca Bertolini, rappresentanti del Mida piacentino hanno fatto le proprie richieste alle istituzioni presenti e ai sindacati. "La riforma Gelmini viene applicata attraverso provvedimenti che vanno contro la costituzione – hanno sottolineato nel loro intervento. Agli U.S.P. ai quali diamo tutta la nostra solidarietà chiediamo di rispettare la sentenza del Tar che ritiene illegali le code e quindi il modo di reclutare i docenti. Tutto questo se non fermato in tempo creerà disagi in autunno a decine di famiglie piacentine.Le graduatorie d’Istituto sono sparite chiediamo che fine hanno fatto e perché non sono ancora state pubblicate.Anche i Docenti di terza fascia sono persone e come tale chiedono un percorso abilitante che tenga conto degli anni di servizio prestati sul territorio piacentino nelle zone le più disagiate". Tra le domande poste l’opportunità di chiedere sacrifici alla scuola pubblica come succede con la pluriclasse a Morfasso e con la stessa mano dare soldi alle scuole Private: "Non sarebbe utile chiedere che vengano accorpate le amministrazioni dei piccoli comuni montani,(organi politici) mantenendo i servizi per i cittadini e utilizzare il ricavato per evitare la scomparsa delle scuole di montagna?"Raffaella Morsia, CGIL scuola, ha invitato i docenti ad evitare pericolose "guerre tra poveri": "Il rischio vero – ha tenuto a precisare – è che la riforma sia stata fatta ad arte per creare una situazione di conflitto tra docenti precari e di ruolo, tra insegnanti abilitati e non abilitati, tra supplenti e indeterminati. In questo modo il Governo tenderà a scaricare la colpa della situazione sui concorsi pubblici che, alla lunga, corrono il rischio di essere eliminati per passare all’assunzione diretta degli insegnanti". A far dibattere, in particolare, la richiesta di abilitazione a docenti che, da dieci o quindici anni, stanno regolarmente esercitando la professione e a cui i governi che si sono susseguiti hanno confermato gli incarichi di anno in anno: "Ci hanno permesso di guidare l’autobus per quindici anni e ora ci chiedono la patente di guida per verificare se possiamo guidarlo" è l’efficace metafora del rappresentante dei Cobas, venuto apposta ieri sera da Bologna per l’incontro. Gianluigi Boiardi ha consegnato all’assessore Paparo la lettera inviata il 14 agosto al ministro Mariastella Gelmini: "Continuo a farmi portavoce dei diritti dei docenti non abilitati che a partire dal prossimo anno non potranno vedere il rinnovo del proprio contratto di lavoro, per via di un decreto giudicato più volte illegittimo dal TAR. Si tratta del DM 42/09 che conferma per i non abilitati la possibilità di fare domanda di insegnamento in una provincia soltanto, mentre eleva questo numero a quattro per chi risiede in prima fascia. Questo provocherà di fatto la saturazione di tutte le Graduatorie ad Esaurimento, ossia quelle degli abilitati, provocando per chi risiede in terza fascia non solo la perdita del proprio lavoro, ma anche della speranza di poterlo riacquistare. Stando così le cose, è basato dunque su di una discriminazione e non una questione di tagli al personale il licenziamento di queste decine di migliaia di lavoratori, poiché chi si ritrova in possesso di un’abilitazione ha da sempre avuto la precedenza nell’assegnazione di cattedre o supplenze. La beffa risulta tanto più amara se si pensa che l’operazione avrà costi enormi che ricadranno sulle spalle di tutti i cittadini e che a questi docenti – la maggior parte dei quali opera ormai da anni nelle scuole – la possibilità di abilitarsi non è mai stata di fatto concessa".Da parte sua, l’assessore Paparo ha dato la sua piena disponibilità a verificare lo stato della situazione. Ma il tempo stringe. Il 29 agosto le nomine vengono definite. E il 14 settembre inizia la scuola. Per la provincia di Piacenza con un problema aggiuntivo rispetto al resto d’Italia. Il Ponte sul Po, crollato il 30 aprile scorso ha di fatto spezzato in due il collegamento tra Emilia e Lombardia: "In termini numerici – ha concluso Boiardi – una stima approssimativa vede circa 350 studenti in meno iscritti nelle scuole superiori e provenienti da Lodi. Una situazione che non può certo essere tollerata e su cui ci aspettiamo che la Provincia di Piacenza non perda più tempo prezioso".