Recuperati elementi di reddito per oltre 17 milioni di Euro dalla Guardia di Finanza di Piacenza. Nell’ambito di una verifica fiscale, le Fiamme Gialle hanno riscontrato la presenza di una sensibile quanto complicata trama internazionale, relativa ad un intreccio di aziende tutte riconducibili ad una capogruppo della realtà piacentina. Si tratta di un esempio di ciò che in gergo tecnico viene chiamata "esterovestizione", ovvero la fittizia localizzazione all’estero della residenza fiscale di una società che, al contrario, ha di fatto la sua attività e persegue il suo oggetto sociale in Italia. Un escamotage sempre più frequentemente adottato da azienda italiane per fare in modo che gli utili conseguiti sfuggano al regime di tassazione più sfavorevole. Nel caso di specie, le Fiamme Gialle piacentine hanno riscontrato una serie di situazioni connesse ad una società inglese materialmente attuate e gestite dall’amministratore unico di quella piacentina, o comunque a persone a lui riconducibili. Sono stati infatti raccolti precisi indizi in cui lo stesso, nell’ambito di contrattazioni effettuati per la gestione di alcune commesse, ha agito in prima persona, o con persone del suo entourage, al fine di interporre la suddetta società di diritto inglese nei rapporti con i fornitori nazionali di beni e servizi, in modo che la successiva rifatturazione dirottasse materialmente ingenti capitali e materia imponibile al di fuori del territorio italiano.La ricostruzione dei fatti, che hanno permesso di presumere il fenomeno di esterovestizione – e il conseguente recupero di materia imponibile, ai fini dell’imposizione diretta, per oltre 17 milioni di Euro – è da ricondursi al rinvenimento di corrispondenza (cartacea ed elettronica) tra la società italiana e la Fiduciaria Svizzera che, di fatto, aveva costituito e gestiva quella inglese per conto dell’imprenditore italiano.