Il ritrovamento del gommone con ancora imbarcati 5 eritrei a largo di Lampedusa e la notizia che altri 73 di essi sono morti di stenti nella traversata partita dalla Libia ha provocato uno scaricabarile di accuse fra Italia e Malta. La nota sensibilità del Ministro dell’Interno Maroni lo ha subito portato a tenersi sul vago rispetto alla versione dell’accaduto data dai migranti sopravvissuti. Secondo il Viminale, infatti, le condizioni degli stessi non sarebbero state tali da pensare a una loro traversata di oltre 20 giorni, in più, sempre per la stessa fonte, sembra improbabile che le perlustrazioni congiunte con i libici non abbiamo portato all’avvistamento di alcun gommone. Come è stato rilevato dall’Italia dei Valori e da più parti, unicamente per puro spirito di buon senso, ci chiediamo quale interesse avrebbero potuto avere questi poveretti in fin di vita nel mentire ai loro soccorritori. Tanto più che operatori umanitari che hanno visto da vicino la situazione confermano le condizioni scheletriche e di disidratazione dei 5 ritrovati. Come da copione, molte televisioni si sono adeguate alla linea governativa: Tg1 e Tg2 all’unisono hanno riferito che "nessuna conferma di quanto avvenuto emerge dal racconto dei migranti". Una situazione grottesca, da cui emerge che quanto successo lo scorso marzo, con il ritrovamento del mercantile turco Pinar che aveva a bordo 140 poveri disgraziati allo stremo – lasciati alla deriva per 3 giorni prima di essere autorizzati ad entrare nelle acque italiane – , non ha insegnato alcunché. In quell’occasione, l’arrivo di alcuni giornalisti smentì i bollettini medici governativi, secondo cui tutto andava bene, costringendo di fatto il Governo a coprirsi di vergogna autorizzando, quasi di malavoglia, i soccorsi.Tornando a quanto successo ai migranti eritrei, ha suscitato sconcerto il mancato aiuto delle navi di pescatori che li avevano avvistati, magari per la paura di essere incriminati con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione illegale (come recita all’articolo 1 comma 26 il disegno di legge 733/b, secondo cui, chi effettua il trasporto di stranieri sul territorio italiano, viene punito con il carcere fino a 5 anni e con una sanzione fino a 15.000 euro). Questo testimonia il clima creatosi a seguito dalla scelte di questo Governo, che sta portando a continue violazioni di diritti civili e di valori morali.Ad ulteriore esempio, citiamo il respingimento degli immigrati clandestini verso la Libia, in aperto contrasto con i principi sanciti dalla Convenzione di Ginevra sui Rifugiati del 1951 e giudicato dal Consiglio d’Europa "un’iniziativa molto triste …. dove si mina la possibilità per ogni essere umano di fuggire da repressione e violenza, chiedendo diritto d’asilo". Anche la Cei ha manifestato forti dubbi sulle politiche anti-immigrazione volute dalla maggioranza, che risulta sempre di più ostaggio della Lega; tuttavia gli appelli ad una maggiore sensibilità di fronte a temi così importanti giacciono inascoltati. E non potrebbe avvenire diversamente se pensiamo a quanto accade in questi giorni su facebook (il popolare social-network del web), dove il figlio di Umberto Bossi propone un gioco (!) di sua invenzione e intitolato "Rimbalza il clandestino". Dopo queste considerazioni sullo stato delle cose, è assolutamente prioritario che l’azione dell’esecutivo si concentri nel verificare quanto sta accadendo sul versante libico: Berlusconi aveva promesso di verificare l’accordo siglato fra i 2 Stati a gennaio 2009 e di rendersi garante del rispetto dei diritti fondamentali. Tutto ciò ci sembra quantomeno doveroso, visto che attraverso questo trattato gli italiani dovranno versare alla Libia 200 milioni di dollari ogni anno per i prossimi 20 anni, senza contare gli aspetti aspetti "oscuri" contenuti nel documento siglato da Berlusconi e Gheddafi, su cui avremo modo di tornare nei prossimi giorni.Andrea Fossati, coordinatore giovani Italia dei Valori Piacenza