PLURICLASSI IN MONTAGNA E GRADUATORIE PROVINCIALI: FOGLIAZZA SCRIVE AL MINI

Formazione delle pluriclassi in montagna e graduatorie provinciali dei docenti non di ruolo. Questi i temi al centro della lettera inviata questa mattina dal consigliere regionale Luigi Fogliazza al ministro dell’Istruzione, università e ricerca, Mariastella Gelmini. L’ennesimo atto di Fogliazza in difesa degli istituti montani per risolvere i nodi critici di una norma che nell’impianto generale appare – a suo dire – "convincente". La serie di azioni politiche fa seguito alle cortesi sollecitazioni del presidente del consiglio di istituto di Lugagnano, Marisa Inzani, portavoce delle istanze della scuola di montagna. Il consigliere regionale del Carroccio – dopo aver presentato un’interrogazione alla giunta regionale sul tema – chiede al ministro di provvedere a sanare la "palese ingiustizia" sui nuovi numeri per il funzionamento delle pluriclassi in montagna rispetto a quelli delle monoclassi. La nuova normativa, infatti, ammette classi plurime fino a 18 alunni (prima il tetto massimo era 12), da un minimo di 8 unità (la soglia base precedente era di 6 ragazzi). Il che vuol dire che si potranno presentare situazioni limite di 18 studenti di 5 differenti anni scolastici alle scuole primarie e di tre differenti classi alle medie. Non solo. "E’ evidente – aggiunge Fogliazza – la sperequazione tra l’aumento degli allievi delle monoclassi (una unità) e quello delle pluriclassi (sei unità)". Altro tema "caldo", particolarmente sentito in un periodo di diffusione delle graduatorie scolastiche: il precariato di cattedra. Per gli insegnanti di terza fascia – spiega il consigliere – "si profila l’ipotesi di non conferma dell’incarico degli scorsi anni, data la possibilità per gli abitanti di far domanda in ben quattro province".Fogliazza punta il dito soprattutto sulla possibilità che centinaia di docenti esterni al territorio, provenienti soprattutto dal Sud, possano inserirsi in posizione favorevole nelle graduatorie delle province del Nord, pur non essendo residenti. Fuor di missiva desta interrogativi, inoltre, il fatto che "docenti provenienti da certe regioni siano sempre dotati di punteggi molto alti rispetto agli insegnanti indigeni, quasi che questi siano meno bravi e le nostre università meno qualificate"."La conseguenza – conclude Fogliazza – è che i docenti residenti spesso vanno in coda rispetto ai nuovi inserimenti. Un concetto in linea con quanto sostenuto dalla Lega Nord a livello nazionale che rivendica graduatorie locali o esami preselettivi per i non residenti". Richieste a parte, nella lettera l’esponente della Lega Nord in Regione, sottolinea che l’impianto generale della Riforma appare "positivo" e "necessario" e che sono "infondate" e strumentali le critiche espresse nei mesi scorsi da sindacati e politici di centrosinistra.

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