Militari impegnati da lunedì nel servizio di sicurezza in città, hanno compiuto con i carabinieri il primo arresto. Si tratta di una lucciola nigeriana di 21 anni. La giovane che è clandestina e già espulsa in passato, ieri mattina davanti al giudice, ha patteggiato cinque mesi e dieci giorni di carcere che sconterà in una cella delle Novate. La donna non ha potuto beneficiare della condizionale perché clandestina e perché già espulsa in passato.La notizia dell’arresto della donna è stata resa nota ieri mattina nel corso di una conferenza stampa che ha avuto luogo nella caserma di via Beverora. Era presente il capitano Helios Scarpa, comandante della compagnia carabinieri di Piacenza e il tenente Federica Luciani, tenente del secondo reggimento pontieri che coordina i militari scesi in strada a fianco di carabinieri o polizia.Come reso noto nel corso dell’incontro di ieri, nella serata precedente era in corso una serie di pattugliamenti in via Colombo. In nottata i pattugliamenti si sono spostati da via Colombo a via Caorsana. Qui il servizio svolto da carabinieri ed esercito ha interessato le numerose lucciole che da almeno oltre vent’anni popolano numerose questa zona. In particolare in via dell’Artigianato, i militari hanno fermato una ragazza nigeriana di 21 anni. La donna forse tradita dai mezzi dei militari grigioverdi e dalle loro uniformi che non conosceva, non si è mossa. Notoriamente invece le lucciole africane non appena notano una pattuglia delle forze dell’ordine (carabinieri o polizia) fuggono per i campi dileguandosi e la loro velocità nella corsa è divenuta ormai proverbiale fra i tutori dell’ordine.Così la ragazza è stata condotta nella caserma di via Beverora ed identificata dai carabinieri per una lucciola nigeriana di 21 anni, con diversi alias e già espulsa dall’Italia perché clandestina lo scorso 27 luglio. La donna è stata arrestata in base alla legge Bossi – Fini e accusata anche di aver reso false attestazioni sulla propria identità a pubblico ufficiale. La giovane ieri mattina è comparsa in tribunale davanti al giudice Luigi Riganti e al Pm. Antonio Rubino, a difenderla l’avvocato Adriano Lommi. Ha patteggiato cinque mesi e dieci gironi di carcere. Stessa sorte è toccata ad un venticinquenne di origini indiane, fermato durante un controllo dalla polizia in città."La collaborazione dei carabinieri con l’esercito è stata da subito ottimale" ha commentato ieri il capitano Helios Scarpa "del resto carabinieri ed esercito hanno una lunga tradizione di collaborazioni anche in missioni all’estero".Dello stesso avviso anche il tenente Federica Luciani: "I nostri soldati per questo compito hanno compiuto uno specifico addestramento, tuttavia il lavoro svolto sulla strada con i carabinieri e la polizia è molto importante. C’è un continuo travaso di informazioni dai carabinieri ai nostri ragazzi che chiedono loro continuamente informazioni. I nostri soldati sono molto motivati e da queste collaborazioni c’è sempre da imparare per noi".