Cils scuola: LA SCUOLA HA IL DOVERE DI VALUTARE

Relativamente alla recente sentenza del Tar del Lazio che si esprime sulla valutazione della Religione Cattolica nelle scuole, intendo esprimere la posizione della Cisl Scuola. Noi rispettiamo il ruolo attribuito alla scuola statale di dare una formazione laica, ma rispettiamo altresì la libertà di studenti e famiglie di avvalersi o meno dell’insegnamento della Religione Cattolica o di materie alternative, come previsto dalle leggi in vigore. Riteniamo comunque che tutto quello che avviene a scuola è "scuola"; tutto quello che si insegna a scuola fa parte di  un progetto che ha come obiettivo la formazione integrale della persona e dunque rientra anche nell’obbligo valutativo che la scuola ha.E’ in base al progetto educativo che la scuola offre – e che le famiglie chiedono – che si determina, poi, la valutazione complessiva di ogni alunno. Tutto dunque concorre alla valutazione, dal comportamento al profitto in ogni disciplina.I diversi apprendimenti contribuiscono a determinare il giudizio finale; ovviamente in misura diversa rispetto al peso che le varie discipline assumono nei diversi indirizzi di studio, ma tutto è valutabile e tutto perciò deve valere in qualche modo per la valutazione che la scuola fa dell’impegno e dei risultati che il ragazzo raggiunge e che gli insegnanti, collegialmente, testimoniano e certificano.Che dunque l’insegnamento della religione cattolica rientri a pieno titolo in questo processo ci sembra incontestabile, e non è discriminante perchè, pur essendo un insegnamento opzionale, fa parte dell’offerta formativa che l’istituzione scolastica propone e che prevede delle alternative, anch’esse valutate, se scelte. Discriminante sarebbe il contrario: non considerarlo parte del percorso formativo che il ragazzo sviluppa e che la scuola, alla fine, deve pur considerare.Stefano VantadoriSegretario Generale Cisl Scuola Piacenza

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