Alfonso Filosa resta in carcere. Nonostante infatti i legali dell’ex direttore dell’Ufficio del Lavoro le abbiano provate tutte, per il 63enne arrestato un mese e mezzo fa dai carabinieri per corruzione sembra proprio che al momento non ci sia la possibilità di ottenere gli arresti domiciliari. Infatti è di poche ore fa il parere negativo e il giudice per le indagini prleiminari Pio Massa al quale si sono rivolti i due avvocati del pool difensivo Luigi Alibrandi e Benedetto Ricciardi. Prima ancora però avevano presentato istanza di riesame della custodia cautelare in carcere al Tribunale della Libertà di Bologna, che però aveva rigettato il loro appello. E proprio in questi giorni si è venuti a conoscenza delle motivazioni che hanno spinto i giudici bolognesi a confermare la carcerazione per Filosa. In particolare il tribunale bolognese ha smontato i primi capisaldi difensivi sui quali gli avvocati di Filosa avevano presentato il loro appello per farlo uscire dal carcere milanese di Opera, dove attualmente si trova detenuto. Leggendo le pagine con le motivazioni, sostanzialmente i giuduici bolognesi confermano in toto il castello accusatorio contro don Alfonso, incastrato da mesi di delicatissime indagini e intercettazioni telefoniche e ambientali effettuate dai carabineiri, oltre che dalle dichiarazioni rese da due imprenditori piacentini che avevano ottenuto alcuni favori e protezione in cambio di somme di denaro.