E se parlassimo di meritocrazia?Che in Italia molte cose non vadano come dovrebbero andare, crediamo sia opinione diffusa, diciamo che potrebbe essere un sentimento bipartisan.Per i più distratti potremmo ricordare fatti recentissimi, apparsi su tutti i giornali, come le indagini sull’ospedale di Agrigento (un ospedale inaugurato 5 anni fa che potrebbe crollare) o le inchieste sul sistema sanitario in Puglia (sospetti reati di corruzione, concussione e voto di scambio).Chi poi ritenesse che gli episodi di sopra fossero solo una "questione meridionale", potrebbe cercare di guardare il nostro territorio, spogliandosi di ipocrisia e auto-benevolenza, e cominciare a domandarsi come un ponte essenziale per i collegamenti come quello sul Po sia potuto crollare, o come certe vicende giudiziarie che stanno coinvolgendo strutture importanti del nostro territorio (Ispettorato del Lavoro, Agenzia delle Entrate, Tribunale) possano essere sospettate (pare a buona ragione) di favorire i soliti furbi a scapito, ovviamente, dei poveri cittadini onesti, che in Italia, ma pure a Piacenza risultano perennemente "cornuti e mazziati".Forse sarà anche sfortuna, forse il destino è cinico e baro, ma quando le cose girano male, quando sono più le cose che sconfortano che quelle che funzionano, forse occorrerebbe che i cittadini qualche domanda se la facessero e la politica, invece di interrogarsi sulla disaffezione dell’elettorato, cominciasse finalmente ad esprimere un’ azione che anziché sulle rendite di posizione, sulle lotte di successione, sulle convergenze parallele, sugli equilibrismi acrobatici, sui distinguo e su "strategiche" (?) alleanze, ricominciasse finalmente ad operare per fatti concreti che abbiano come obbiettivo il bene collettivo.Se si è d’accordo che il compito della dirigenza politica sia fare, fare bene e fare nell’interesse della collettività, due caratteristiche sono essenziali: capacità ed onestà, dalle quali consegue il lusso della verità, virtù che non a caso viene ritenuta cardine nelle democrazie più avanzate e chissà come mai, così desueta nel nostro Belpaese.Sul caso dell’esponente dell’UDC Gallini, condannato per voto di scambio – per aver favorito alcuni imprenditori in gare di appalto pubbliche in cambio di voti per il proprio partito- il lusso della verità, se lo sono potuto permettere in pochi.Il presidente Trespidi ha "inventato" la seduta segreta e a qualsiasi domanda ha risposto che il casellario giudiziale del neo assessore era pulito, senza ovviamente fare riferimento al "lavaggio" intervenuto.Illustri politici locali hanno cercato di spostare il tema con argomenti di ogni tipo : il giustizialismo, il giacobinismo, il rimpasto nella giunta comunale (?), sorrisi e parole (?),essere inquisiti non è mai bello, abbasso il pregiudizio, abbasso il gossip, viva la grande politica, rimbocchiamoci le maniche ecc…Ora, quello che deve preoccupare non è soltanto la condanna del Gallini (come da risposta scritta dell’ex Ministro della Giustizia Castelli sul sito della Camera dei Deputati, oppure su sito www.idvpiacenza.it), ma il fatto che la sua vicenda giudiziaria, ora inequivocabilmente nota, sia stata prima negata, poi ignorata, ed ora si voglia normalizzata, ricondotta quasi ad un destino ineluttabile di chi si occupa di politica.Questo è per noi inaccettabile. Il gruppo giovanile IdV ha una media di 25 anni, ai tempi di Tangentopoli ne avevamo all’incirca 10 e possiamo solo sapere attraverso i documenti dell’epoca.Facilmente si può comprendere che, quando un meccanismo si rompe, finisce inevitabilmente che ci siano dolorosi attriti, ma non possiamo non prendere atto che il fenomeno della politica come sistema di tornaconto personale e/o dei partiti, sia stato un male tragico e, purtroppo, un male che non abbiamo ragione di vedere come superato.Fino a quando la politica si occuperà di alimentare se stessa in balia di capziose strategie, prescindendo da azioni concrete e di buon senso, fino a quando la politica non si farà carico di attuare un controllo continuo e serrato sulle attività dei propri rappresentanti e di tutti quelli deputati ad attività di responsabilità, non abbiamo dubbio di credere che, il fatto di portare alla luce verità che si vorrebbero oscurate, costituisca un’azione politica di servizio alla collettività, tanto più preziosa, quanto rara nel panorama contemporaneo della politica e dell’informazione.Si parla sempre più spesso di meritocrazia, un fenomeno, come noto, raro nel nostro paese, che la politica ha continuamente affossato, sia al proprio interno (la gerontocrazia della politica italiana ne è uno degli aspetti più evidenti), sia in tutte quelle strutture ed azioni in cui la politica ha potuto condizionare certe scelte (gli appalti, le consulenze, i giornali, le televisioni, la sanità, l’istruzione….).In un sistema meritocratico vale il curriculum di una persona; preparazione ed esperienze definiscono un profilo, attestano il livello di affidabilità.Qualcuno degli illustri esponenti politici, sia di destra che di sinistra, che recentemente hanno preso la parola sulla vicenda, sa dirci quali siano i meriti del Gallini per essere investito –tra l’altro senza essersi nemmeno presentato al giudizio del voto- del ruolo di assessore provinciale? Ma soprattutto, chi può avere il coraggio, al di là dei giri di parole, del rimescolamento delle carte e degli attacchi a IdV, di scrivere nero su bianco che una condanna per voto di scambio non costituisca un demerito per accedere ad una carica pubblica?Quale messaggio si vuole dare ai cittadini? Infatti, considerando che l’esponente dell’UDC Gallini viene promosso al ruolo di assessore, qualsiasi cittadino potrà pensare tra sé e sé che "il delitto paga". Per questi motivi riteniamo che il messaggio che si dà con certe affermazioni sia ulteriormente sbagliato, la presa di distanza da questa nomina dovrebbe essere chiara e netta da parte di tutte le forze politiche, senza tentennamenti. Andrea Fossati – Coordinamento Giovani Italia dei Valori – Piacenza