Kamlalaf, diario dal Brasile

Ormai abbiamo trascorso una settimana a Recife, piú precisamente ad Olinda, cittá a pochi chilometri di distanza, qui la vita é molto diversa dal sud del Paese, e a tratti piú "brasiliana". I due volontari che lavorano qui, Silvia e Giorgio, si trovano in una struttura per l´educazione superiore, che aiuta gli studenti a prepararsi per il vestibular, il test d’ingresso all´universitá pubblica, test molto piú difficile che in Italia.Qui abbiamo visitato diversi progetti e favelas, l’impatto piú forte é stato sicuramente quello con un accampamento di senza terra, nei pressi del comune di Paulista, nell´hinterland di Recife. Qui la gente senza casa vive in baracche con tutti i materiali di recupero possibile, legno, pannelli di plastica, eccetera.Il nostro viaggio itinerante ci ha messo anche di fronte alla dura lotta per il diritto allo studio, con una vista alle scuole pubbliche di Olinda, che a qualsiasi italiano sembrerebbero carceri…Il nordest brasiliano é molto povero e anche tutto l´apparato governativo dello stato del Pernambuco ne risente: i poveri, lontano anni luce dai grandi centri urbani, sono lasciati alle volte a loro stessi.Anche qui la cosa che piú impressiona sono i giovani, la loro forza e la loro voglia di cambiare questo grande Paese pieno di contraddizioni e disparitá sociali.In tutti i ragazzi che ho conosciuto e che hanno partecipato ai vari progetti, soprattutto "derechos direitos", ho visto una luce, una voglia di cambiare ció che non va, ció in cui il Brasile sbaglia, di importanza fondamentale e di grande speranza per tutti.Il Gruppo sta bene. Io, Sara, Elena, Luca e Danila ci barcameniamo tra tutte queste realtá, la voglia di conoscere é tanta e la stanchezza avanza inesorabilmente, ma ce la stiamo mettendo tutta per essere protagonisti di questa stagione brasiliana piena di speranze e buone intenzioni.Lo scontro con la realtá locale appartiene ormai al passato, il cibo, adesso, sembra buono come quello italiano, e la combinazione monotona riso-fagioli-pollo é entrata nel quotidiano, se non c’è, alle volte, manca persino….comunque in piú abbiamo trovato un posto dove la pizza é buona come quella italiana, e lí abbiamo piantato le tende…Le realtá sono diverse e soprattuto la gente é diversa, in uno stato grande come un continente, ma con un grande cuore, che ti prende e non ti lascia piú.Filippo Mancini.

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