I produttori chiedono spazio e trasparenza per i prodotti italianiOccupato il Valico del Brennero, effettuato il blitz nella sede della Regione e presidiato il Porto di Ravenna, i produttori dell’Emilia Romagna hanno proseguito la mobilitazione a difesa dei primati qualitativi della nostra agricoltura messi a rischio dai finti prodotti italiani e dalla forbice dei prezzi che colpisce agricoltori e consumatori, con un nuovo momento presso Centro Commerciale le Maioliche di Faenza, uno dei più importanti dell’Emilia Romagna, collocato proprio a ridosso dell’A14.Così per difendere il made in Italy dalle tante importazioni alimentari che finiscono negli scaffali della grande distribuzione, spacciate per italiane, si è tenuta oggi una ennesima azione di mobilitazione Coldiretti.Oltre mille produttori agricoli (duecento i piacentini con alla testa il presidente Luigi Bisi), hanno invitato i cittadini a consumare italiano, offrendo prodotti freschi e nostrani, sollecitandoli ad acquistare quotidianamente soprattutto cibo del territorio, in particolare, in questo periodo, per la frutta, pesche e nettarine, le regine Igp della produzione emiliano romagnola che, proprio in questo periodo, si trovano al centro di un crollo dei prezzi alla produzione, ma non al consumo: i 20 centesimi al chilo pagati in campagna si moltiplicano per l’utente finale fino a dieci volte." Nel mirino della manifestazione, spiega Bisi, sono gli ipermercati della Gdo che rappresentano un vero e proprio imbuto nel passaggio degli alimenti dal campo alla tavola. Le grandi piattaforme di acquisto trattano sul mercato in condizioni di quasi monopolio con formule contrattuali vessatorie, vendite sottocosto e promozioni mettono a rischio la competitività delle produzioni italiane. Noi, rimarca Bisi, abbiamo incontrato il direttore acquisti della Coop ed il presidente della Lega Coop Cattabiani cui abbiamo fatto presente queste ulteriori distorsioni di mercato. Si sono impegnati a coordinarsi meglio con le organizzazioni dei produttori, per un controllo più accurato delle filiere.Noi vogliamo, precisa Bisi, che l’Autorità garante della concorrenza e del mercato verifichi se, come riteniamo, la Gdo operi in abuso di posizione dominante e che venga rivista la normativa nazionale (Dpr 218/2001) sulla vendita sottocosto di prodotti alimentari freschi e deperibili. Alle istituzioni chiediamo di riconoscere il valore dei mercati e dei punti di vendita diretta di Campagna Amica quali elementi di concorrenza nel sistema distributivo, di trasparenza per il consumatore e di crescita dell’economia locale. Alla grande distribuzione, infine, conclude Bisi chiediamo di assumersi la responsabilità verso i consumatori, in attesa di avere un quadro normativo più chiaro sull’etichettatura d’origine, di adottare comportamenti trasparenti, distinguendo chiaramente sugli scaffali la produzione italiana da quella d’importazione e riservando appositi spazi ai prodotti del territorio.All’assemblea nazionale di venerdì faremo il punto dei risultati e si programmeranno ulteriori momenti, se necessari.