Kiwi dal Cile, pesche vendute alla grande distribuzione a 15 centesimi al chilo e "girate" al dettaglio a due euro, mozzarelle con provenienze irrintracciabili. "E’ desolante vedere quello che c’è sugli scaffali. Se siamo qui oggi è per salvare i prodotti della nostra terra, per una tutela del made in Italy. Una battaglia che la Lega Nord aveva anticipato cinque anni fa. C’è ottimismo, agricoltori e allevatori hanno apprezzato le parole pronunciate dal ministro Luca Zaia mercoledì al Brennero. Sono state per tutti un’iniezione di fiducia". Franco Pochintesta, vicesindaco di Pecorara e militante della Lega Nord è a Faenza in queste ore. Insieme al popolo di Coldiretti nazionale si è avvicendato nell’ingresso all’Ipercoop Le Maioliche, tra i centri commerciali più grandi della Regione, per controllare i prodotti in vendita. Quando è stato il turno dell’Emilia Romagna l’ex candidato leghista ha dichiarato: "C’è da spaventarsi di quello che arriva in Italia. Si pensi, per citare un dato, che ogni giorno entrano nel nostro Paese 3milioni e mezzo di chili di latte e derivati. Un danno enorme per gli allevatori che chiedono maggiore trasparenza. In gioco ci sono 180mila posti di lavoro nel settore caseario". Sul tema il ministro Zaia presenterà a giorni un progetto per l’etichettatura obbligatoria. "Noi della Valtidone – ha spiegato Pochintesta – abbiamo preso parte a tutti gli appuntamenti. Ci siamo divisi tra Faenza, il Brennero e il porto di Ravenna". Ed ora la missione dei coltivatori diretti va avanti. E riparte da Piacenza. "Dovremmo pensare – propone Pochintesta – a fare azione di presidio e di controllo anche presso la grande distribuzione della nostra provincia. La parola d’ordine dev’essere: tutela delle tipicità".