Un’azione legale di risarcimento in sede civile e l’ipotesi al vaglio di una denuncia penale nei confronti di Trenitalia. Finisce così l’odissea di Marzio Maccarini, il consulente della Lega Nord che, alle prese con i consueti trasferimenti quotidiani, mai avrebbe immaginato di impiegare quattro ore (di cui tre di immobile attesa al caldo bollente di una metà giornata di luglio) per coprire il consueto tragitto da Bologna a Milano, per giunta a bordo del tanto sponsorizzato Frecciarossa, treno ad alta velocità che di veloce ha solo il modo per far perdere le staffe ai passeggeri. Il fatto è successo martedì, "e – promette il consulente del Carroccio – se ne riparlerà presto"."Un viaggio della speranza. O meglio: una speranza del viaggio – ha commentato Maccarini nel mezzo della sua avventura -. Appena usciti dalla stazione il treno si è fermato. Immediatamente dagli altoparlanti è arrivata la notizia che il nostro treno (il 9432, da Napoli) avrebbe subito un ritardo di 20 minuti. Poi il silenzio. Solo quando era ormai chiaro che si trattava di un problema serio è giunto un nuovo aggiornamento sul ritardo, salito a 120 minuti. Ancora l’attesa, estenuante, senza aria condizionata, con un treno di 12 carrozze popolato da bambini e anziani, sotto il sole cocente. Ore incollati alle rotaie senza nessuno che si curasse di chi, sofferente, iniziava a dare i primi segnali di cedimento fisico. E’ drammatico e scandaloso che prima di due ore non sia sia fatto vivo il personale di bordo per spiegare i motivi del disagio e offrire un po’ d’acqua ai malcapitati".Poi il miraggio: arriva un convoglio da Bologna (oltre 2 ore di attesa, fatto inspiegabile per 20 o poco più chilometri di distanza) in soccorso della motrice guasta già alla partenza. Tra i passeggeri ritorna la speranza di riprendere il viaggio. Ma subito un altro shock smorza ogni ottimismo. La Freccia (si fa per dire) rossa si stacca dai convogli e lascia la regia al nuovo arrivo: l’aggancio ha gli effetti di un tamponamento. Un colpo che dopo ore di devastazione nei vagoni ha fatto pensare ai viaggiatori di avere peccati da espiare.A nulla sono valsi i coupon distribuiti all’arrivo per la richiesta di risarcimento. "Tra le mille clausole e clausoline Trenitalia riuscirà a dare una percentuale minima di rimborsi e a garantirsi i consueti introiti visto che, comunque, il biglietto non è senza prezzo".Per cercare di imbonire con qualcosa di dolce un pomeriggio piuttosto amaro, alla ripresa del viaggio sui convogli circolavano merende gratuite. Si fa per dire."Da Trenitalia hanno cercato di ammorbidire gli animi offrendo brioche e succhi di frutta (caldi), ma il danno era fatto. E non era solo esistenziale, ma anche fisico"."Sono estenuato – ha concluso Maccarini al termine della sua odissea – quasi non ci speravo più. Al mio arrivo le uniche forze che sono riuscito a raccogliere sono state quelle per chiamare il mio avvocato di fiducia e dargli mandato di intraprendere un’azione di risarcimento in sede civile (o comunque la procedura di conciliazione, rivolgendosi all’Adoc), valutando anche una denuncia in sede penale non solo per il ritardo, causato da un guasto non meglio precisato, quanto per il comportamento del personale di Trenitalia, privo di qualunque attenzione verso gli utenti, con una assoluta mancanza di informazione e attenzione. La cosa più grave è l’assenza di qualsiasi protocollo per tutelare e garantire il soccorso a tutti i passeggeri che, ricordo, erano di fatto bloccati dentro i vagoni". A che cosa si appellerà il legale? "In sostanza all’assenza del servizio di trasporto in un contesto di pericolo per la salute – risponde -. Cosa sarebbe accaduto se qualcuno si fosse sentito veramente male? Di chi è la responsabilità? Tutto questo sarà oggetto di valutazioni in altre sedi dove il silenzio di Trenitalia rimane grave".