Parco del Trebbia, iniziato l?iter in Regione. Francesconi: ?Progetto morto

"La Regione, tenta di comprare i piacentini promettendo risorse e contributi ma la contropartita in termini di divieti potrebbe essere molto alta", a dirlo è Luigi Francesconi (PdL) che ritorna ancora una volta sulla questione del Parco del Trebbia, la cui legge istitutiva è approdata ieri alla Commissione Regionale Territorio, Ambiente e Infrastrutture."Il fine per cui la Regione e la passata Amministrazione Regionale hanno spinto per la creazione del Parco – spiega Francesconi – era quella di promuovere il turismo e l’agricoltura per promuovere lo sviluppo della Val Trebbia, in realtà si rischia l’effetto opposto, ossia l’ingessamento delle attività antropiche nella zona interessata.Benchè sul greto del basso Trebbia esistesse già un SIC (Sito di Interesse Comunitario), i vincoli comportati dal Parco per quanto riguarda l’edilizia, l’agricoltura, l’abbattimento degli alberi, la caccia, le estrazioni sono molto maggiori.Saranno sicuramente devolute dalla Regione nuove risorse ma ritengo che queste non possano compensare i disagi, anche economici, che il Parco comporterà.Se il fine era di aumentare l’attrattiva turistica della zona sarebbe bastato costruire nuove strutture, come percorsi ciclabili, aree sosta, itinerari guidati, sostenere le attività di ristorazione e ospitalità presenti e costruire nuove infrastrutture che rendano la zona più facilmente raggiungibile, come il miglioramento del tracciato della SS. 45, opere che non sarà più possibile fare proprio a causa del Parco.Parimenti per incentivare l’agricoltura sarebbe bastato fare progetti mirati finanziati dal Piano di Sviluppo Rurale, senza bisogno di costringere l’utilizzo di un’area pianeggiante e fertile per colture la cui produzione è più costosa e difficoltosa, come quelle biologiche, senza un concreto riscontro circa la maggior qualità.""Il progetto del Parco del Trebbia – prosegue l’azzurro – è nato morto da quando i Comuni dell’alta valle, nel cui territorio si trovano paesaggi mozzafiato, han deciso di non aderire: da allora Regione ed Amministrazione Provinciale di centro-sinistra hanno testardamente deciso di andare avanti, solo per ragioni ideologiche e di prestigio,  per a Piacenza un parco regionale che ancora non aveva, e di cui, probabilmente, a giudicare dalle tante voci discordi, tra cui quella di Travo che si è sfilato a progetto deciso, avrebbe fatto anche a meno."La speranza – conclude – è che l’iter in Commissione ed in Aula attenuino gli aspetti più punitivi della proposta iniziale".

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