Puntuale come da sollecitazione della presidente del consiglio di istituto di Lugagnano, Vernasca e Morfasso, Marisa Inzani – che nelle scorse settimane, insieme ai colleghi, ha elaborato un documento di denuncia della situazione delle pluriclassi e dei plessi di montagna – arriva l’intervento in Regione di Luigi Fogliazza.Il neoconsigliere ha presentato alla giunta regionale un’articolata interrogazione sul tema. Nel testo si chiede alla giunta di Bologna come intenda intervenire per garantire il servizio scolastico nelle aree geograficamente isolate. A destare preoccupazione è la nuova normativa che, oltre a più rigidi parametri per l’assegnazione del personale Ata, ammette pluriclassi fino a 18 alunni (prima il tetto massimo era 12), da un minimo di 8 unità (la soglia base precedente era di 6 ragazzi). Il che vuol dire che si potranno presentare situazioni limite di 18 studenti di 5 classi differenti e altrettanti programmi da sviluppare. "Un grave problema – commenta Fogliazza – tanto più se confrontato con le classi normali, per le quali la nuova normativa prevede aumenti di una sola unità. Ebbene, le pluriclassi, già disagiate, dovranno fare i conti con incrementi fino a sei alunni". E non è tutto: altro nodo critico al centro dell’interrogazione del consigliere riguarda il numero minimo di alunni iscritti affinché un plesso di montagna possa rimanere in funzione, che in base alle nuove direttive, sale da 6 a 12 nella scuola primaria e a 16 nella scuola media. Tenuto conto che il recente accordo Stato – Regioni riconosce a queste ultime la competenza sui criteri per il dimensionamento e i limiti per mantenere funzionanti plessi e sezioni distaccate, Fogliazza chiede formalmente alla giunta come intenda operare per ovviare alla palese sperequazione che l’applicazione delle nuova normativa porterebbe alle pluriclassi dei plessi montani e "se intenda, nell’ambito delle proprie competenze, in sede di Conferenza unificata, porre in essere le necessarie deroghe e misure al fine di impedire la dismissione dei plessi scolastici più a rischio". "Se non saranno adottate tempestive correzioni e deroghe – ammonisce Fogliazza – si avranno pesanti ricadute sociali, culturali ed economiche a danno dei territori montani, dai quali i nuovi nuclei familiari saranno portati ad allontanarsi, in cerca di più adeguate offerte formative". Il consigliere regionale – che è anche dirigente scolastico dell’istituto comprensivo di Bettola, Farini e Ferriere – condivide in prima persona le istanze e le necessità manifestate dal popolo della montagna. Per questo motivo la discussione sull’argomento approderà anche in commissione scuola, di cui Fogliazza è componente. "Vogliamo – conclude il consigliere del Carroccio – sollecitare la Regione a fare la sua parte".