Continua a far discutere l’apertura del vescovo di Piacenza, monsignor Gianni Ambrosio, alla contestata legge sulla sicurezza e al reato di clandestinità. Dopo le scintille in Consiglio comunale scaturite dalle dichiarazione del consigliere di Rifondazione comunista Carlo Pallavicini, anche oggi si sono susseguiti i commenti degli esponenti di partito. Tra questi, anche quello di Giunluigi Boiardi, secondo il quale la presa di posizione del vescovo Ambrosio appare in controtendenza con quella della Cei ed è per questo sorprendente e preoccupante. "Mettere da subito in strettissimo collegamento il problema della sicurezza con quello della clandestinità – dice l’ex presidente della Provincia – è fuorviante, e non a caso la Chiesa non ha mai voluto farlo". Sempre oggi Carlo Pallavicini ha spiegato il senso delle sue affermazioni in Consiglio. "Nelle cronache – ha detto il consigliere di rifondazione comunista – è stato selezionato solo un passaggio del mio intervento durato dieci minuti, in cui ho parlato delle posizioni contraddittorie del vescovo rispetto alla stessa gerarchia ecclesiastica e in cui ho attaccato duramente il pacchetto sicurezza, che a mio avviso non disincentiva i fenomeni di criminalità e microcriminalità e che, anzi, disattende i basilari principi di diritti umani e di accoglienza. Noi siamo vicini a tutti quei militanti, credenti e non, che si oppongono alle derive razziste. In questo senso è da interpretare la parola "vergogna" che ho attribuito alle dichiarazioni del vescovo.