Polledri (Lega Nord): referendum sulla moschea

"Quale moschea per Piacenza vuole l’amministrazione Reggi? Con chi intende dialogare Lucia Rocchi e questa amministrazione? Con un mondo frammentato che qualche tempo fa ha tentato di darsi un fantomatico "centro culturale" senza rispettare le regole? Su questa partita l’ultima parola dev’essere dei cittadini. Siamo pronti a batterci per indire un referendum". E’ la reazione del deputato e capogruppo in consiglio comunale della Lega Nord, Massimo Polledri, alla notizia del via libera alla mozione di Lucia Rocchi (Per Piacenza con Reggi) che impegna la giunta a favorire un dialogo con la comunità islamica aiutandola, tra le altre cose, a "costituirsi in un organismo unitario". "Ricordo – prosegue Polledri – che a trenta chilometri dalla nostra città, l’ex imam di Cremona, Mourad Trabelsi, ha scontato una condanna a sette anni per terrorismo internazionale di matrice islamica e il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, il 3 dicembre scorso ha firmato la sua espulsione per motivi di sicurezza dopo che il giudice di Pavia aveva confermato la pericolosità sociale di Trabelsi. Inutile dire che dal centro piacentino di Torrione Fodesta alla moschea di via Massarotti gli spostamenti sono brevi e agevoli". "La moschea – continua Polledri – è un luogo dove si fa politica (la stessa preghiera del venerdì è tale), ricettacolo di possibili attività sovversive e di azioni contro la sicurezza pubblica. In Italia, nel Nord in particolare, restano tarati sul livello d’allarme i sensori dell’antiterrorismo. Le indagini avviate dalla Digos di Venezia hanno portato alla luce un gruppo di magrebini residenti in varie città che inneggiavano al martirio per la causa islamica e auspicavano un seguito agli attentati dell’11 settembre. Nel mirino dei magistrati sono finiti anche due imam, uno attivo nel casertano, il secondo presso la moschea di via dei Mille a Vicenza. Non è tutto, a 60 chilometri da qui, a Milano, i 5 terroristi arrestati il 5 giugno scorso che avevano macchinato un piano per colpire la metropolitana del capoluogo lombardo frequentavano la moschea di via Padova".Che ci sia un pericolo reale dietro i luoghi di culto lo rivela anche Sandro Magister, autorevole vaticanista e studioso delle religioni su "L’Espresso" del 21 novembre 2002 precisava: "Le moschee sono luogo politico per eccellenza. Da lì sono partite tutte le rivoluzioni. E’ lì che si proclama il jihad, la Guerra santa". E il noto esperto gesuita Khalil Samir dalle colonne di vari giornali (Civiltà Cattolica, La Padania) ha più volte ribadito: "La moschea (giâmi’) è il luogo dove la comunità si raduna, per esaminare tutto ciò che la riguarda: questioni sociali, culturali, politiche, come anche per pregare; tutte le decisioni della comunità si prendono nella moschea. Voler limitare la moschea a "un luogo di preghiera" è fare violenza alla tradizione musulmana"."A fronte di questi fatti – afferma il deputato del Carroccio – il sindaco Reggi abbia il coraggio di dire con chi intende dialogare e con quali soldi farà la moschea".Polledri manifesta anche perplessità su come quest’ordine del giorno è stato trattato in Comune, facendolo passare come un ordine del giorno tra gli altri, quando avrebbe meritato quanto meno un consiglio a porte aperte, essendo – come da regolamento consiliare – "un motivo di interesse della comunità".

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