Ieri la sede piacentina dell’Università Cattolica ha ospitato due cicli di seminari (per un totale di 11 relatori) sulle biotecnologie ambientali e sulle loro ricadute applicative. L’evento è stato organizzato dall’Istituto di Chimica Agraria ed Ambientale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e dal Consorzio Spinner 2013, con il patrocinio della Scuola di Dottorato per il Sistema Agroalimentare Agrisystem.La giornata ha visto la partecipazione di diversi studenti provenienti anche da altre città italiane e di relatori d’alto livello scientifico, provenienti da Italia, Stati Uniti e Francia. Di particolare rilevanza il fatto che su undici relatori, otto provengano dall’Ateneo del Sacro Cuore, sia come ex-studenti che in qualità di attuali docenti.Il ciclo di seminari svoltosi nella mattinata ("Scienze molecolari e studio dell’ambiente") ha riguardato gli aspetti maggiormente legati alla ricerca di base, in un’ampia carrellata di esempi che hanno spaziato tra l’ecologia microbica, la fisiologia vegetale, le nuove tecniche di genomica e post-genomica, la biodiversità animale e quella del suolo. I lavori sono stati aperti con la relazione del Prof. Pier Sando Cocconcelli (Istituto di Microbiologia, Università Cattolica del Sacro Cuore), che ha illustrato l’ecologia dei biofilm microbici e la loro rilevanza in campo ambientale, alimentare, e bio-medico. A seguire il Prof. Daniele Daffonchio (Dipartimento di Scienze e Tecnologie Alimentari e Microbiologiche, Università di Milano) ha illustrato i risultati di uno studio sulla microbiologia e l’ecologia di un ambiente estremo, i laghi anossici ipersalini che si trovano in alcuni punti del Mediterraneo a più di 3000 metri di profondità. Dai microrganismi si è passati alle tecnologie, con una relazione del prof. Massimo Delledonne (già laureato e ricercatore del nostro Ateneo, da diversi anni Professore Associato all’Università di Verona), che ha illustrato gli straordinari sviluppi tecnologici nel sequenziamento del DNA: basti pensare che lo studio genoma umano è stato completato nel 2000 con una spesa di miliardi di dollari ed anni di lavoro; oggi è possibile farlo in pochi giorni con una spesa di poche migliaia di euro. L’esempio successivo d’applicazione di tecniche biotecnologiche per lo studio dell’ambiente ha riguardato gli animali, con la relazione del Prof. Paolo Ajmone-Marsan (Istituto di Zootecnia, Università Cattolica del Sacro Cuore). Nel suo excursus il Prof. Ajmone ha ripercorso gli studi che lo hanno portato in questi anni sulle pagine di riviste scientifiche e quotidiani di larga diffusione, mostrando come lo studio del DNA degli animali domestici possa servire per capire lo studio delle civiltà passate e delle migrazioni e per preservare oggi la biodiversità.Dagli animali un altro salto di Regno Biologico, con la relazione del Dott. Luigi Cattivelli, un altro laureato della Facoltà di Agraria, oggi scienziato del Centro di Ricerca Genomica di Fiorenzuola d’Arda. Il Dott. Cattivelli ha esposto una tecnica dalle enormi potenzialità, il mappaggio delle associazioni geniche, grazie al quale è oggi possibile studiare con grande precisione il funzionamento e la struttura dei genomi della piante coltivate. Infine il Dott. Roberto Geremia (Laboratorio d’Ecologia Alpina, Grenoble, Francia) ha illustrato lo studio degli effetti dei fattori ambientali sulle comunità microbiche del suolo tramite l’applicazione di tecniche avanzate di sequenziamento genico.Nel pomeriggio i relatori hanno indossato i panni di scienziati-imprenditori, interessati alla ricaduta applicativa e commerciale dei loro studi. Ad aprire la relazione di un ospite d’eccezione, Anthony A.J Sinskey, Professore di Microbiologia al MIT. Autore di numerosissime pubblicazioni scientifiche in più di 40 anni di carriera presso il MIT, il Prof. Sinskey si occupa tra le altre cose di ingegneria metabolica, utilizzando batteri per la produzione di plastiche biodegradabili e biofuels. Ha fondato imprese commerciali biotech di successo come Genzyme e Merrimack, ed ora con l’azienda Metabolix è coinvolto nella produzione su larga scala di plastiche biodegradabili. Un perfetto esempio quindi di sintesi tra attività scientifica ed imprenditoriale. Il messaggio principale della sua relazione? Non sono le persone, i laboratori o un ambiente di eccellenza a decretare il successo di attività scientifico-commerciali ma la voglia di fare ed una cultura fortemente basata sul merito e la competizione. Ha preso quindi la parola il Dott. Paolo Boccazzi, laureatosi negli anni ’80 in Università Cattolica, da quasi 20 anni negli Stati Uniti e da 5 anni senior researcher nel laboratorio del Prof. Sinskey. Boccazzi ha esposto lo sviluppo di un’idea scientifica che oggi è diventata impresa, ovvero lo sviluppo e le prime fasi di commercializzazione di microreattori per lo studio dettagliato ed in continuo delle colture microbiche. A seguire il dott. Edoardo Puglisi (assegnista di ricerca presso l’Istituto di Chimica Agraria ed Ambientale, Università Cattolica del Sacro Cuore) ha mostrato come le biotecnologie possano essere applicate per studiare la contaminazione dei suoli, illustrando i risultati di ricerche svolte anche presso l’Università di Wageningen ed il Laboratorio del Prof. Sinskey ad MIT. Il Prof. Corrado Fogher (Professore Associato dell’Istituto di Agronomia, Genetica e Coltivazioni Erbacee, Università Cattolica del Sacro Cuore) ha invece mostrato le potenzialità della pianta di tabacco per la produzione di biofeules e molecole di interesse. Infine un esempio di attività spin-off di successo uscita dalla Facoltà di Agraria: la Dott. Elena Bessi ha illustrato la storia e l’atttività di AAT (Advanced Analytical Technologies), operante già da diversi anni nel settore dei probiotici e degli alimenti funzionali.A coordinare in qualità di "chairmen" le due lunghe sessioni i Professori Marco Trevisan ed Ettore Capri dell’Istituto di Chimica Agraria ed Ambientale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.