Parte il progetto europeo "Sarma" per la gestione sostenibile dell’attività estrattiva delle cave di ghiaia e sabbia in Emilia Romagna. L’attività estrattiva, è stata al centro della tre giorni del convegno europeo, che si è svolto a Bologna dal 15 ad oggi. I lavori sono stati il momento di avvio del progetto triennale "Sarma" che coinvolge 15 partner europei dell’area sud orientale e otto membri osservatori. I numeri della cave in Emilia-Romagna nel 2007 è di 298 attive e 48 di queste nella sola Provincia di Piacenza. I servizi geologici, le università e centri di ricerca, gli enti e istituzioni pubbliche che si occupano di sviluppo e gestione delle attività di cava hanno lavorato e lavoreranno insieme per tre anni per arrivare, alla fine del progetto, alla redazione di alcune linee guida per chi legifera o si occupa della pianificazione in materia di attività estrattive. Si parte da una realtà europea oggi molto diversificata dal punto di vista legislativo, programmatico e di sensibilità del sistema politico-amministrativo. L’obiettivo, invece, è arrivare a una gestione integrata dell’attività estrattiva degli inerti (le sabbie e rocce prelevate dalle cave), resa necessaria dai costi, ma soprattutto dall’impatto ambientale di questa attività, condividendo le esperienze e le buone pratiche.La legislazione e la pianificazione delle attività estrattive in Emilia-RomagnaL’attività estrattiva è disciplinata dalla legge regionale 18 luglio 1991 n. 17 che, attuando il principio del decentramento amministrativo, individua nelle Province il nodo centrale della pianificazione delle attività estrattive, mentre affida ai Comuni la gestione diretta e il controllo. Al centro della normativa è l’attenzione alle possibilità di recupero, fin dalla progettazione, della cava, privilegiando quello naturalistico, oltre agli usi pubblici e sociali.E’ in corso di predisposizione un progetto di legge di settore che, oltre a recepire gli aggiornamenti alle nuove normative in campo ambientale (D.Lgs 152/2006, D.Lgs 117/2008), dovrà ridurre i tempi tra pianificazione e realizzazione degli interventi; adeguare la durata delle autorizzazioni tenendo conto anche delle grandi realtà industriali che devono fare investimenti; aggiornare gli oneri di cava e coordinare ancora di più il decentramento delle competenze.Le attività estrattive assumono importanza in Emilia-Romagna per la grande richiesta nell’ambito della attività edilizia, della realizzazione delle infrastrutture e dell’industria ceramica del comprensorio Sassuolo-Scandiano. La provincia con la più alta densità di cave è Parma, la più bassa Rimini. Forlì-Cesena ha una concentrazione di piccole cave di livello artigianale per l’estrazione e la lavorazione di pietra da taglio. Data la conformazione geomorfologica della regione e la distribuzione dei materiali estraibili, le province raggiungono teoricamente l’autosufficienza estrattiva, tranne quella di Ferrara e Rimini. Le risorse maggiormente sfruttate sono le ghiaie e le sabbie alluvionali (definiti inerti pregiati) che rappresentano quasi i 2/3 di tutto il materiale estratto dalle cave della regione. Seguono le argille per laterizi e per ceramiche.