Sarà possibile l’uso in agricoltura delle acque reflue provenienti da piccole aziende agroalimentari. Il quesito era stato posto dalla Provincia alla Regione, e la Regione ha dato risposta affermativa. L’utilizzazione agronomica di acque reflue provenienti da piccole aziende agroalimentari è regolato dal D.M. 152\2006, che demanda alle Regioni l’emanazione di direttive per l’applicazione di tale pratica. Nelle more della approvazione di queste direttive, l’Amministrazione provinciale ha posto alla Regione E.R. un quesito finalizzato alla verifica della possibilità di dare piena attuazione a quanto previsto dal D.M. Il 3 giugno scorso la Regione ha fornito una risposta positiva al quesito, sulla base della considerazione che il D.M. contiene già indicazioni sulle dimensioni delle attività produttive in termini di quantitativi di reflui generati, del carico di azoto nonché sull’assenza di sostanze pericolose. "L’adozione di tale pratica – dichiara l’Assessore per l’Ambiente Ziliani – può essere un utile contributo al mantenimento sul territorio di piccole attività produttive e all’insediamento di nuove, specie nelle aree più svantaggiate, pur nell’ambito di una costante attenzione alla salvaguardia ambientale. La procedura da adottare sarà quella della Comunicazione, in analogia con quanto previsto per il corretto utilizzo agronomico dei reflui zootecnici, anche tramite una effettiva semplificazione degli adempimenti burocratici. E’ un passo concreto verso l’attuazione di quanto previsto dai documenti programmatori quali il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale ed il Piano di Sviluppo Rurale, sia in termini di mantenimento della ruralità del territorio sia del potenziamento di quelle produzioni di qualità per le quali la nostra agricoltura è giustamente apprezzata"Commenti positivi sulla possibilità di utilizzare le acque reflue provenienti da piccole aziende agroalimentari giungono dalle Associazioni di categoria. "Grazie alla sinergia con gli uffici dell’Amministrazione provinciale e all’impegno degli Assessori competenti – spiega Luigi Sidoli, direttore dell’Unione agricoltori – registriamo questo ulteriore passo in avanti che costituisce un concreto risultato in termini di semplificazione burocratica senza alcuna conseguenza negativa in campo ambientale. Sono questi i sostegni che intendiamo chiedere alle Istituzioni e che vanno nella direzione di un’interpretazione di buon senso delle norme di legge, che se applicate letteralmente possono talvolta ostacolare l’attività imprenditoriale. Quando si ottengono risultati, e questo è uno di quei casi, non possiamo che ringraziare, a nome degli imprenditori che rappresentiamo, tutti coloro che si sono spesi per il raggiungimento dell’obiettivo.""Accogliamo con estrema soddisfazione – commenta Marina Bottazzi, direttrice della CIA – il parere della regione Emilia Romagna in merito alla possibilità di applicare le semplificazioni già previste per gli scarichi dei reflui delle cantine anche per i reflui di tutte le piccole attività agroalimentari. Finalmente siamo di fronte ad una semplificazione burocratica per quelle aziende agricole o agro-alimentari di piccole dimensioni, che avrebbero difficoltà ad uniformarsi in toto alla disciplina prevista precedentemente. E’ un’opportunità per quelle piccole aziende che altrimenti non riuscirebbero ad ottemperare alle normative così stringenti."Questa la dichiarazione della Coldiretti. "L’esperienza maturata con le autorizzazioni per gli scarichi delle cantine vitivinicole ci è di buon auspicio per l’estensione delle stesse modalità anche ad altri settori. Sappiamo bene che l’utilizzazione agronomica ai fini irrigui per molte aziende rappresenterà solo una fase temporanea in attesa che la Regione emani le disposizioni per l’utilizzazione agronomica prevista dalla Direttiva Nitrati che riteniamo meno onerosa soprattutto da un punto di vista burocratico."