A Sarmato è emergenza ambientale. A fronte di una media nazionale di mortalità per tumore attestata al 26 per cento, sul territorio sarmatese dal 1998 in poi il numero di decessi per neoplasia è quasi raddoppiato. Numeri che devono essere rapportati a un territorio di 26,76 chilometri quadrati che conta quaranta insediamenti produttivi, tra aziende agricole e industrie. "Della situazione ambientale del nostro comune – spiega l’aspirante consigliere comunale della Lega Nord, Loredana Bossi, da sempre attenta alle problematiche del territorio – è stato informato Angelo Alessandri, presidente della commissione Ambiente della Camera, nel corso del suo recente sopralluogo sui luoghi della cava del Boscone. Alessandri ha già portato in commissione la questione e si è impegnato con la popolazione sarmatese a effettuare un sopralluogo sugli insediamenti produttivi delle nostre zone a elezioni avvenute". In base alla normativa i 40 stabilimenti disseminati nel territorio comunale dovrebbero essere "spalmati" su una superficie venti volte superiore. A questo si aggiungono le ripetute proteste degli abitanti di Sarmato che denunciano una situazione di emergenza ambientale dovuta alla diffusa presenza di aziende insalubri di prima classe. C’è l’area dell’ex zuccherificio Eridania, con annessi quaranta ettari di lagoni contenenti fanghi di depurazione e decantazione acque, c’è un centro di compostaggio all’aperto gestito dalla ditta Maserati, c’è una centrale a turbogas Edison. E ancora: una discarica non impermeabilizzata in località Agazzino, un’altra in zona Caramello, autorizzata per lo smaltimento definitivo dei rifiuti speciali, la centrale termoelettrica Enel "La Casella", diverse cave di terra e inerti tra Poggio, Agazzara, Caramello, Centenasco, Casa Nuova.Altri dati dicono di un’allarmante legame tra situazione ambientale e patologie manifestate nella zona. E’ il caso dell’azienda agricola "Scottine", fino a pochi anni fa di proprietà dell’Ente nazionale cellulosa e carta, che nel corso della sua lunga attività ha impiegato pesticidi per la lavorazione del legname. Nel giro di pochi anni si è registrata un’elevata mortalità per tumore tra i suoi dipendenti, ma non sono mai state effettuate indagini ufficiali per stabilire con certezza se la causa dei decessi fosse collegabile alla tossicità delle sostanze usate e se vi sia ancora presenza di residui inquinanti in quell’area. Non è tutto. L’amministrazione comunale di Sarmato nel 2006 aveva chiesto ad Enea (Ente per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente) una valutazione del progetto per la realizzazione del nuovo impianto di compostaggio in località Berlasco. Nelle risultanze prodotte è stata segnalata una zona a calma di vento che incide particolarmente sulle condizioni critiche a breve periodo ed è stata evidenziata un’emissione di ossidi di azoto di quasi 30 microgrammi al metro cubo. Il limite di legge imporrebbe uno sbarramento complessivo (a livello – cioè – dell’intera zona) a 40 microgrammi. Malgrado questo parere e gli studi dell’Università di Parma, l’amministrazione comunale ha accettato di ospitare sul territorio il nuovo impianto.