A giorni verrà presentato ufficialmente il programma di uno degli appuntamenti più suggestivi dell’estate: il festival di teatro antico di Veleia che l’anno scorso ha conosciuto un successo di pubblico e di critica forse mai avuto prima, con attori e scrittori meravigliosi come -tra gli altri- Monica Guerritore, Michele Placido e Valerio Massimo Manfredi. Il programma di quest’anno è ancora top secret, ma un’indiscrezione c’è e riguarda uno degli artisti più geniali e originali della scena italiana, un artista che "conosce le parole e le fa danzare nel suo circo di significati", un artista che sfugge ad ogni etichetta ma che in molti hanno tentato di riassumere con definizioni che ne evidenziano la genialità e la follia verbale, come "dizionario onirico", "funambolo tra calambours, associazioni di idee, onomatopee", "dinamitardo del campo semantico"… Stiamo parlando naturalmente di Alessandro Bergonzoni, colui che usa le parole come campanelli d’allarme, come scatole cinesi, sassi nello stagno, frecce al curaro e che, nel non vivacissimo clima culturale italiano è capace, nel suo modo inimitabile e personalissimo, di scuotere, di (ri)svegliare il pensiero e, perché no, la coscienza, come emerge anche solo dalle sue interviste: «voglio un caos dove tutto sia possibile, e sia dato di credere all’ incredibile. E senza paura, che è il male del nostro tempo» -ha recentemente detto Alessandro Bergonzoni in un’intervista a "Repubblica"- «Il pubblico è provato, non ha più le papille gustative. Va ripalatizzato. Stimo la ricerca, ma dobbiamo rilanciare soprattutto la ricerca dell’incommensurabile. Io voglio usare le mine pro uomo per far saltare l’accettazione e l’assuefazione. …E finiamola di confondere sogni con bisogni: i bisogni sono desiderio e necessità, il sogno è indicibile, inaudito, rivelazione. Chiedo molto. Non bastiamoci più. Il poco crea metastasi culturali, non è innocuo. Voglio avvenire, non essere avvenente, voglio far succedere, non voglio successo».Proprio ad Alessandro Bergonzoni, questo funambolo del pensiero oltre che della parola, è affidata il 20 giugno l’apertura del festival di Veleia 2009 con un inedito "incontro-performance" dal titolo "Le Parole Stempiate", sottotitolo Incontro sulle parole antiche e moderne: Bergonzoni infatti promette di portarci sul terreno del linguaggio per indagare come ad un cattivo uso delle parole corrisponda un pensiero corrotto e per capire se ha poi senso parlare di lingua antica e lingua moderna… Ma naturalmente questo non sarà che l’inizio di una serata irresistibile e imperdibile sia per chi non abbia mai avuto il piacere di fare l’esperienza di un "incontro" con Bergonzoni, sia soprattutto per i tantissimi appassionati che hanno imparato a conoscerlo e ad amarlo per i suoi ultimi fortunatissimi spettacoli, come "Predisporsi al micidiale" (col quale vince il Premio dell’Associazione Nazionale dei Critici di teatro) e "Nel" (per il quale è stato insignito a gennaio del Premio Ubu per il migliore attore) o per quelli precedenti altrettanto esilaranti e surreali ("Scemeggiata", "Chi cabaret fa per tre", "La saliera e l’ape Piera", "Non è morto nè Flic nè Floc", "Anghingò", "La cucina del frattempo", "Al Bergo Bergonzoni", "Zius", "Madornale 33"), o per i suoi libri (dal primo per Mondadori "Le balene restino sedute", con cui vince la Palma D’Oro di Bordighera, seguito da "E’ già mercoledì e io no", da "Il grande Fermo e i suoi piccoli andirivieni", da "Opplero – Storia di un salto" per Garzanti e da "Non ardo dal desiderio di diventare uomo finchè posso essere anche donna bambino animale o cosa"), per i suoi articoli su Repubblica, Corriere della Sera, Comix, Max, Panorama (per cui scrive i sei racconti gialli dal titolo "Il Canto del Giallo"), Carnet e su riviste letterarie, per i suoi interventi in radio (celebre la sua collaborazione con Radio 2 per la quale scrive e realizza tre serie di trasmissioni quotidiane "Zitta, che si sente tutto", "Il vento ha un bel nasino" -premio della critica radiotelevisiva per la migliore trasmissione radiofonica dell’anno nel settore comico- e "Missione sguazzino"), per le sue prime partecipazioni televisive come comico, per il suo impegno per i diritti umani (in particolare con La casa dei risvegli), per le sue partecipazioni cinematografiche (in cortometraggi d’autore e come Mangiafuoco in Pinocchio di Benigni), per il suo programma televisivo ("Carta bianca" su Tele+bianco) per i suoi quadri… Sì perché il percorso artistico di Alessandro Bergonzoni è eclettico, multiforme e proteiforme come lui (che in questi giorni, per esempio, era a Oxford, ufficialmente invitato dal dipartimento di italianistica della prestigiosa università britannica, non come cabarettista, comico o attore, ma come oggetto di studio, perché anche in Inghilterra le sue opere, tra libri, spettacoli e, da ultimo, quadri, sono conosciute e apprezzate).