Dopo due settimane di permanenza nelle vetrine di Alviero Martini in via Monte Napoleone di Milano, approda sul Corso Vittorio Emanuele di Piacenza la sedia scultura "Siedi e scrivi" di Marco Garatti, scultore milanese, piacentino d’adozione, già protagonista l’anno scorso della mostra personale "Vraiment faux" allestita a Palazzo Farnese. Per due settimane sarà esposta nella vetrina di Martino Midali al numero 97 una della opere più celebri e rappresentative della produzione eclettica di Marco Garatti: la sua celebre sedia scultura è stata infatti per sei mesi il simbolo della sigla di "Nonsolomoda", fortunato ed esclusivo programma televisivo che all’artista di Grazzano Visconti ha dedicato numerosi servizi (l’ultimo giovedì 18 maggio 2009). Nato a Milano ma residente a Grazzano Visconti da diversi anni, Marco Garatti ha allestito mostre personali a Torino, Poggibonsi, Scopoli, Cuneo, Siena, Sanremo, Firenze, Cremona e ricevuto numerosi premi fra cui il Premio Frajese, il Premio Speciale Cesare Pavese e il Premio Salvador Dalì a Figueras, grazie al suo grande istinto creativo che lo porta a creare con il ferro figure inconsuete e inattese. Di lui hanno scritto: "A Grazzano Visconti, fuori mura. E’ qui che il ferro e l’uomo si incontrano. Si amano, si odiano, parlano però la stessa lingua, ma vince sempre la forza dell’uomo che ha come alleato il calore della fiamma. […] Questo mi ha raccontato Marco Garatti, le mani segnate dal mestiere, gli occhi velocissimi e scrutatori di momenti da cogliere ", fabrizio Pasquiero, direttore di "Nonsolomoda"."Il contatto con le opere di Garatti non può essere superficiale: per apprezzarle a fondo occorre attenzione e disponibilità a farsi coinvolgere in un cammino creativo, di alta qualità. Garatti possiede un formidabile, entusiasmante istinto creativo con il quale evita forme già confezionate, approdi protetti", prof. Gilberto Madioni, critico d’arte. Lo stesso Garatti della sua arte dice: "Se mi chiedessero cosa ho creato, preferisco dire niente. Non voglio inventare, giustificare, spiegare quello che è inspiegabile anche per me".