Nei giorni scorsi la Polizia provinciale è intervenuta in diverse zone golenali inondate dalla recente piena del fiume Po per recuperare centinaia di carpe che sarebbero sicuramente morte, con il rientro delle acque nel fiume, se non fossero state catturate e reimmesse nel corso attivo. L’insolito fenomeno è stato segnalato anche da pescatori e cittadini che passeggiavano sull’argine maestro del Po. Sono state recuperate circa 900 carpe, per un peso complessivo di oltre 45 quintali: si tratta di pesci di notevoli dimensioni, che arrivano a pesare anche 15 kg. Gli interventi sono stati effettuati in comune di Piacenza, Calendasco, Caorso e Castelvetro. Ai salvataggi hanno collaborato numerosi pescatori e volontari delle associazioni di pesca, anche coordinati da guardie ittiche volontarie. Particolarmente attive sono state le associazioni Fipsas, Carp club Grisù, UPV di Villanova, Carp club di Orzinuovi, Enalpesca e Arcipesca. Le Carpe hanno la naturale tendenza ad uscire dal letto principale del fiume in occasione delle piene primaverili, per deporre le loro uova in zone laterali dove è più abbondante la vegetazione. In gergo si dice che "vanno in frega". Lungo la riva si vedono infatti diverse carpe che si "sfregano" tra loro, e mentre la femmina depone le uova i maschi le fecondano. Durante questa frenetica attività i pesci dimenticano la naturale paura per l’uomo e si lasciano avvicinare, rischiando anche di venire catturate dai bracconieri (anche se il pesce del Po, da qualche anno a questa parte, è sempre meno apprezzato e consumato). Una volta le carpe rientravano più facilmente nel Po grazie alla presenza di lanche, specchi d’acqua di golena in contatto diretto con il fiume che vanno, purtroppo, scomparendo.Molti pescatori tradizionali sono passati alla tecnica del Carpfishing, che consiste nel catturare le carpe con apposita attrezzatura, per non danneggiarle, e nel reimmetterle prontamente in acqua.L’Amministrazione provinciale favorisce questo tipo di pesca, rispettoso dell’ambiente, ed ha istituito apposite zone dove è possibile praticarla oltre i limiti di orario consentiti, permettendo, grazie ad apposite ordinanze dei sindaci di Monticelli, Caorso e Nibbiano, il pernottamento con tende lungo la riva di alcuni tratti sia del Po che della diga del Molato.L’attività di recupero sta proseguendo anche in questi giorni (l’acqua è ancora presente in golena, ma si sta prosciugando). Chi fosse interessato a partecipare a tali operazioni, può dare la propria disponibilità alla Polizia provinciale o alle associazioni di pescatori che operano sul territorio.