«Non c’è pace senza fermezza. Non è ammissibile cedere al terrorismo e al nuovo nazi-islamismo di Mahmud Ahmadinejad, che nega la shoah e considera l’Europa finita perché incapace di difendere i propri valori. Dopo l’Iran altri Paesi, oggi, vogliono la bomba atomica». Così il ministro degli esteri israeliano Avigdor Lieberman, ospite questa mattina del gruppo amicizia Italia-Israele. «La pace – ha spiegato il ministro – non è solo un problema di territori. Per costruirla occorre un processo culturale, contro l’indottrinamento dell’islam radicale». Richiamato sull’argomento dal deputato della Lega Nord Massimo Polledri, Lieberman ha parlato della situazione dei cristiani nel suo Paese. «Molte città – ha raccontato – sono state decristianizzate. Oggi i cristiani, in alcune zone della Palestina, sono esclusi da Hamas e costretti a emigrare». Polledri ha chiesto di considerare il caso specifico degli arabi cristiani, portati «ontologicamente» alla pace e ha domandato al ministro israeliano quali sono stati gli effetti della recente visita del Santo Padre. «Il Papa può aiutare il processo di distensione e di pace» ha sottolineato Lieberman. Una battuta finale, al termine di una stretta di mano. Il deputato piacentino della Lega Nord si è detto rammaricato di non poter votare il titolare del dicastero per gli affari esteri israeliano.