E’ già tornata al suo posto, dopo un accurato restauro, la tela raffigurante la Crocifissione conservata nella sacrestia della Chiesa di San Donnino di Largo Battisti. L’intervento, interamente finanziato dalla Banca di Piacenza, è stato eseguito dal restauratore Nicolò Marchesi di Roveleto Landi. Si tratta di un olio su tela, opera di ignoto, posto a decorazione dell’anta centrale dell’alzata di un mobile della sacrestia. Prima del restauro l’opera si presentava in condizioni molto precarie, in particolar modo per quanto riguardava la condizione estetica. Ad illuminazione ambiente del tutto normale, a fatica si percepiva l’immagine dipinta sulla tela. Il generale degrado, e specialmente una patina di sporco molto consistente, nascondevano quasi completamente il dipinto, tanto da costringere l’osservatore ad avvicinarsi oltremodo per poterne decifrare l’immagine. Inoltre, la tela presentava evidente un anomalo movimento della superficie che, rispetto alla sua normale planarità, presentava ondulazioni piuttosto marcate, con andamento verticale e relative cadute di colore sulla sommità delle stesse. Il dipinto riportava inoltre danni tipicamente prodotti da una bruciatura. Le priorità dell’intervento di restauro sono consistite nella pulitura innanzitutto, e in un consolidamento generale conseguentemente. In ultimo, naturalmente, si è operato per il ripristino dell’integrità estetica della materia pittorica. Nell’ottica della ricollocazione dell’opera nel suo contesto originale (ove non esiste un’illuminazione dedicata che permetta di evitare fastidiosi ed inopportuni riflessi) ed in virtù della verniciatura finale, effettuata con una vernice satinata ma dal giusto grado di brillantezza per esaltare velature e profondità del dipinto, si è valutata opportuna una foderatura con un tessuto sintetico in polipropilene di media grammatura. Un tessuto non eccessivamente "pesante" per evitare un innaturale irrigidimento del supporto tessile ed allo stesso tempo sufficientemente strutturato per garantire la planarità alla struttura affinchè potessero annullarsi le tracce delle deformazioni. L’effetto ricercato è stato ottenuto. Congratulazioni per l’ottima attività di restauro svolta sono state rivolte al restauratore Nicolò Marchesi, oltre che dalla Banca di Piacenza, dal parroco della Parrocchia di San Francesco don Giuseppe Frazzani (alla quale la Chiesa di San Donnino appartiene), dal rettore del tempio don Ludovico Fiorentini e dalle suore che hanno cura dell’insigne monumento.