Inserimento lavorativo disabili, dati positivi

Molto positivi i dati relativi all’inserimento lavorativo dei disabili a Piacenza forniti oggi dall’assessore provinciale al Lavoro Fernando Tribi al seminario, svoltosi in Cattolica su iniziativa di Provincia ed Ateneo, per fare un bilancio della legge in materia, la n. 68 del 1999, a dieci anni dall’approvazione.  I lavoratori disabili collocati nel quinquennio 2004 – 2009 sono oltre 1000. Un risultato importante, che non esaurisce i problemi ma che mette in rilievo la qualità dell’intervento attuato dalla Provincia. La media di assunzioni annue nei cinque anni di mandato di questa Amministrazione è di 200 (+100%).Le assunzioni a tempo indeterminato sono il 40% (percentuale superiore al 30% dei cosiddetti lavoratori normodotati) e l’indice di stabilizzazione dei contratti a tempo determinato è superiore al 50%. Da segnalare una novità nelle ripartizioni regionali di fondi: Piacenza, che normalmente riceve  una quota tra 5 e il 6% ( la quota proporzionale a popolazione e territorio) ha toccato negli ultimi anni una media tra il 13 e il 14 %. E’ un riconoscimento alla nostra capacità di avviare al lavoro i soggetti più deboli, quelli con maggiore percentuale di invalidità.Per i disabili la Provincia ha realizzato 34 corsi di formazione, coinvolgendo circa 400 soggetti e investendo oltre un milione e mezzo di euro.Si punta su una formazione specializzata, attivando percorsi mirati a profili di cui c’è bisogno. Occorre però una consapevolezza maggiore anche da parte dei soggetti disabili: al corso formativo per la logistica, per esempio, dopo poche lezioni molti partecipanti si sono ritirati. Questo non deve ripetersi.Altro dato positivo riguarda il numero di aziende che presentano scoperture nei posti riservati ai disabili: dal 2004 ad oggi si sono ridotte da circa 200 a poche decine, e si sono ridotte notevolmente anche le aziende che scelgono di pagare il contributo piuttosto che assumere."E’ cresciuta la consapevolezza, è cresciuta la nostra iniziativa, ma è ancora tanto il lavoro da fare – ha detto Tribi – ; possiamo migliorare partendo da quanto fatto finora. La Provincia rilancia i propri sforzi e non demorde dagli obiettivi, utilizzando tutti gli strumenti necessari affinché il diritto al lavoro costituzionalmente garantito sia pienamente esigibile per tutti i disabili disponibili e anche per rafforzare, per questa via, la qualità della vita, la coesione sociale, un’idea forte di comunità solidale nel nostro territorio".Sui servizi provinciali che si occupano di collocamento mirato si è soffernata Matiangela Zilocchi, responsabile dell’Unità operativa Politiche del lavoro e servizi per l’impiego della Provincia. Il servizio mette in contatto lavoratore disabile e azienda e interviene per far incontrare domanda ed offerta. A livello di risorse, attualmente ci sono a disposizione due fondi, quello nazionale e quello regionale. Il fondo nazionale eroga incentivi in conto capitale solo per le assunzioni a tempo indeterminato. Dal 2000 al 2007 si è favorito l’inserimento al lavoro di 489 disabili, con un risparmio contributivo per le aziende  pari a 3.530.000 euro. Per il 2008 i fondi non sono ancora stati quantificati. Sono state finora  presentate 63 domande. Per quanto riguarda il fondo regionale, per il 2008 sono stati stanziati 240.000 euro e sono in corso di istruttoria le domande, in tutto 90, che riguardano contributi per il tutoraggio e supporto all’inserimento professionale. Tutti i relatori presenti al convegno hanno sostanzialmente convenuto sulla validità della legge 68, che svolge ancora una sua funzione nel favorire l’accesso al lavoro delle persone disabili.  Per Carlo Stelluti, che fu uno dei relatori del provvedimento di legge alla Camera dei Deputati, la legge continua ad essere attuale e ad avere una sua validità. Sono moltissime, infatti, le assunzioni che ha favorito sul territorio nazionale, pur tra squilibri tra le varie realtà. Oggi, tuttavia, l’inserimento lavorativo dei disabili vive le difficoltà legate alla crisi e alla flessibilizzazione del mercato del lavoro (per i disabili sono maggiori le difficoltà di adattamento a situazioni sempre nuove e più complesse rispetto al passato).  Complessivamente, però, la legge resta attuale, anche se gli incentivi che essa prevede non sono più efficaci come all’atto della sua approvazione. Le aziende vorrebbero pagare e non assumere, molti enti locali sono inadempienti (se il Comune di Milano si attenesse alla normativa, ha detto Stelluti, esaurirebbe da solo la lista dei disabili milanesi che vogliono lavorare). E’ auspicabile che eventuali aggiustamenti, necessari, contribuiscano ad affermare ulteriormente il diritto dei disabili ad avere un lavoro.Pietro Checcucci, dell’area ricerche sui sistemi del lavoro dell’ISFOL; ha fornito dati statistici sulla realtà della legge negli ultimi due anni. Una legge che continua a funzionare, sia per assunzioni che per avviamenti, ma è tuttavia chiaro che i mercati del lavoro più dinamici, quelli centro settentrionali, hanno una proporzione tra disabili disponibili al lavoro ed effettivamente assunti più virtuosa rispetto al Mezzogiorno. Al Sud, invece, ci sono più iscritti alle liste e e più disabili disponibili al lavoro. Anche per Pier Antonio Varesi, docente di legislazione del Lavoro all’Università Cattolica e coordinatore del ciclo di seminari, la legge è tuttora in grado di incidere significativamente a livello di inserimento lavorativo dei disabili, ma resta il rischio della sostanziale impossibilità di assorbire i disabili con i problemi più gravi. Sono quindi intervenuti l’assessore Fernando Tribi e Mariangela Zilocchi (vi ho già spedito le loro relazioni).Il seminario (il secondo del ciclo sul Lavoro organizzato in Cattolica da Provincia e Ateneo) è stato aperto da Elena Zuffada, docente di economia azoiendale e direttore del Ce.C.A.P. Dell’Università Cattolica. Numeroso il pubblico.Da segnalare il fatto che le relazioni sono state comunicate ai sordomuti presenti in sala da traduttori in segni.

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