7 milioni di euro il conto del maltempo

Un milione e 700mila euro per garantire lo sgombero della neve e lo spargimento del sale sulle strade provinciali, 178mila euro per interventi necessari a garantire la transitabilità sulla rete viabilistica provinciale, oltre a quasi 5 milioni di euro di interventi preventivati per ripristinare la corretta viabilità. E’ il bilancio dell’inverno appena passato, che ha portato ad una situazione di dissesto di grande rilevanza, tale da far scattare, per gli eventi collocabili tra novembre e dicembre 2008, lo stato di emergenza. Ad illustrare i dati degli interventi messi in campo dalla Provincia per fronteggiare questa situazione è intervenuta questa mattina nella sala Giunta della Provincia l’assessore provinciale ai Lavori Pubblici, Patrizia Calza, con il dirigente del servizio Davide Marenghi. "Per capire l’entità del problema basta dire che negli anni precedenti abbiamo speso in media dai 400mila ai 600 mila euro – ha ricordato Patrizia Calza -. Qui invece stiamo parlando di un milione e 700mila euro solamente per lo sgombero neve e lo spargimento sale, oltre a 178mila euro di pronto intervento per garantire la transitabilità delle strade. Ma il fardello più grande è quello che ci lascia il maltempo, ovvero la necessità di ulteriori interventi, per una stima di quasi 5 milioni di euro". Rileggendo i dati si scorge un ingente impegno economico per le strade di montagna, ovvero quelle maggiormente falcidiate dalle piogge e dalle nevicate dei mesi invernali, che hanno richiamato su di sé il 95 per cento degli interventi. "Abbiamo tempestivamente segnalato tutte le problematiche alla Protezione Civile, al Servizio Tecnico di Bacino e alla Regione – ha aggiunto l’assessore -. E proprio la Regione sta valutando l’ipotesi di farci arrivare risorse aggiuntive per fronteggiare questa situazione anomala. Per quanto riguarda invece il Governo, dopo aver riconosciuto lo stato di emergenza per gli eventi di novembre e dicembre, tralasciando quelli di gennaio e febbraio, che in molti casi sono la diretta conseguenza dei primi, fino ad ora non ha stanziato risorse". Davide Marenghi ha quindi parlato di una situazione in continua evoluzione, "perché i fenomeni che hanno determinato il dissesto sono in continua evoluzione". Tali fenomeni sono facilmente spiegabili con la natura del nostro appennino. "Un territorio prevalentemente argilloso – ha aggiunto Marenghi -, che una volta imbevuto di acqua proveniente dalle piogge o dalle ingenti nevicate, diventa facilmente degradabile e di conseguenza instabile. Ciò non accade in pianura, dove infatti gli unici problemi sono derivati da qualche argine che non ha retto".

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