Il mondo sportivo piacentino piange la scomparsa di Gilberto Bentivoglio, stimato ed apprezzato dirigente che per tantissimi anni ha legato il proprio nome alla Federazione Italiana Tennis e al Coni Provinciale.Bentivoglio, 74 anni, è morto ieri sera all’Ospedale "Guglielmo da Saliceto" di Piacenza dove era stato ricoverato nel corso della stessa giornata in seguito ad un malore. Presidente provinciale della Federazione Italiana Tennis per oltre un decennio, giudice arbitro nazionale e negli ultimi due quadrienni olimpici anche vicepresidente del Comitato Provinciale del Coni. Alla guida della Federtennis piacentina, nel 1993, aveva raccolto il testimone dall’attuale presidente provinciale del Coni, Stefano Teragni."Il tennis – ricorda Teragni – era la sua autentica passione. Lo aveva praticato da giovane raccogliendo buoni risultati poi, nel corso degli anni, aveva scelto la carriera dirigenziale mettendosi subito in luce per la sua operosità. Non a caso quando decisi di lasciare la Federtennis per entrare a far parte della Giunta Provinciale del Coni, Gilberto venne subito scelto come nuovo presidente. Era un grande sportivo ma anche una persona leale, un amico che ho voluto al mio fianco quando ho raccolto da Roberto Gentilotti il testimone per guidare il Coni provinciale. Con Gilberto se ne va davvero un pezzo importante dello sport piacentino degli ultimi decenni".Tra le sue passioni sportive un posto importante era rappresentato dalla Vittorino da Feltre, la società di via Del Pontiere in cui per tanti anni Gilberto aveva operato come consigliere. Ma anche quando uscì dal Consiglio, Bentivoglio continuò a considerare la Vittorino come la sua "seconda casa", una casa sportiva in cui far crescere tanti giovani. "Anche alla Vittorino – ricorda il delegato provinciale della Federtennis, Gianni Fulgosi – Bentivoglio sapeva far valere la sua grande esperienza sportiva, la sua voglia di creare eventi e iniziative nel segno dello sport. Ha diretto la Federazione con professionalità e competenza facendosi apprezzare da tutti per la sua grande disponibilità. Sapeva affrontare le cose con filosofia, senza mai arrabbiarsi anche quando i problemi sembravano insormontabili. Ai dirigenti sportivi più giovani ha sicuramente insegnato qualcosa anche sotto il profilo umano".Tanto sport ma anche tanta passione per la cultura ed il foclore locale. Nel tempo libero, infatti, Bentivoglio frequentava assiduamente la Famiglia Piasinteina, il sodalizio che da sempre si prodiga per la salvaguardia e la valorizzazione della nostra cultura dialettale. Parlava il dialetto piacentino con la stessa facilità con cui parlava in italiano, e da anni seguiva con grande passione il Premio Nazionale di poesia dialettale Valente Faustini.Per questo, al di là dello sport che ha avuto un ruolo importante nella sua vita, ci piace salutarlo così, sapendo che anche lui avrebbe gradito: arvëddas, Gilberto.