Angelo Falcone si racconta: il peggio è passato

"Ho capito che molte cose, come le auto o vestiti firmati, sono insignificanti e mentre prima le cercavo ora penso proprio di poterne fare a meno". Il piacentino Angelo Falcone, da due anni detenuto in India insieme all’amico Simone Nobili, si racconta in un’intervista pubblicata da "Virgilio Notizie". Ripongono le speranze nell’appello presentato dalla difesa i due ragazzi di Bobbio, che hanno sempre respinto l’accusa di detenzione di 18 chili di hashish per la quale sono stati condannati  a 10 anni. Le condizioni della loro prigionia sono dure, i contatti con l’esterno possibili solo via lettera o via fax. Eppure Angelo sembra aver superato il momento più brutto, quello in cui disperato, confessa di aver avuto voglia di farla finita.   "Da quando sono ritornato in forza ho ricominciato a scrivere e a disegnare" afferma, senza nascondere però la voglia di tornare a casa, sposarsi a Bobbio e stare vicino alla sua famiglia. Nel frattempo suo padre Giovanni, ex carabiniere, che sta portando avanti con un blog una campagna a favore dei detenuti italiani all’estero, continua a lamentare uno scarso impegno da parte delle istituzioni.

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