Oltre duemila imprenditori di Piacenza hanno sottoscritto una lettera al ministro delle Politiche Agricole, Luca Zaia, per chiedere di applicare subito il disaccoppiamento (cioè il pagamento dei contributi comunitari indipendentemente dalle produzioni) al settore dell’ortofrutta da industria. Le oltre cinquemila firma raccolte in Emilia Romagna sono state consegnate al ministro dal presidente di Coldiretti Emilia Romagna e vice-presidente nazionale, Mauro Tonello.Durante l’incontro, a cui hanno partecipato anche il presidente di Coldiretti Piacenza Luigi Bisi e il direttore Giovanni Roncalli, sono state presentate al ministro Zaia, insieme al "progetto agroalimentare per battere la crisi e affrontare le emergenze", le proposte di Coldiretti per il settore ortofrutticolo.La raccolta firme per chiedere il disaccoppiamento subito, ha sottolineato il presidente Bisi, è stata promossa da Coldiretti regionale, e ha trovato nella nostra provincia un ampio consenso e condivisione di tutti i produttori ortofrutticoli, che oggi, in un momento di crisi e di necessità di scelte imprenditoriali forti, si trovano ancora imbrigliati in un meccanismo che vincola l’erogazione di finanziamenti comunitari a determinate produzioni indipendentemente dagli andamenti di mercato. Nelle trattative comunitarie dello scorso novembre per la verifica dello "stato di salute" della Pac – ricorda Bisi – l’Italia è riuscita ad ottenere, contro ogni previsione, la possibilità di anticipare l’applicazione del disaccoppiamento rispetto a scadenze che l’Itala stessa, a causa di scelte sbagliate aveva fissato al 2011 e 2012. In particolare è stata riaperta l’ipotesi di anticipare il disaccoppiamento per il pomodoro, i cui contributi vengono pagati, ancora in forma parzialmente accoppiata (50%), nonostante Coldiretti, avesse da subito e a differenza delle altre organizzazioni agricole, sostenuto il disaccoppiamento totale.Posti di fronte alla scelta di essere condizionati nelle produzioni e nelle quantità per accedere ai contributi comunitari, o di poter ottenere i finanziamenti anche scegliendo con libertà imprenditoriali le produzioni da fare secondo la richiesta di mercato, ha ribadito Bisi, i produttori ortofrutticoli di Piacenza non anno avuto dubbi. In meno di una settimana abbiamo raccolto oltre duemila firme a favore del disaccoppiamento. Mi fa piacere ricordare, conclude Bisi, che la nostra lettera al ministro è stata sottoscritta non solo dai soci Coldiretti, ma anche da quelli delle altre organizzazioni; inoltre, un importante sostegno è stato dimostrato da alcune cooperative di trasformazione del pomodoro che hanno adottato delibere di consiglio in questa direzione.Questo conferma quanto Coldiretti sostiene da tempo sulla necessità di ridurre la burocrazia e consentire agli agricoltori di operare con libertà imprenditoriale, senza essere condizionati dalla caccia agli aiuti comunitari accoppiati che hanno sempre falsato il mercato.