Federalismo Fiscale, l’intervento di Paola De Micheli (Pd)

L’on. Paola De Micheli (PD) rivolgendosi alle Commissioni riunite Finanza e Bilancio della Camera, nella discussione sulla "Delega al Governo in materia di federalismo fiscale", in presenza dei ministri Calderoli (Semplificazione Normativa) e Fitto (Rapporti con le Regioni), ha evidenziato come, prima di affrontare il tema del federalismo fiscale, sia necessario individuare soluzioni adeguate per alcune autentiche emergenze per gli enti locali.Secondo Paola De Micheli, «c’è la necessità di garantire un pieno ristoro, tramite il previsto aumento dei trasferimenti erariali, alla perdita di risorse subita dagli enti locali conseguentemente alla soppressione dell’ICI sulla prima casa, nonché di porre un rimedio alla sistematica riduzione del fondo ordinario per i comuni che si sta registrando da alcuni anni. In secondo luogo, c’è l’urgenza di individuare una soluzione alla situazione determinata dalla recente circolare del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato che, in contrasto con la recente modifica apportata dalla legge finanziaria per il 2009 al patto di stabilità interno, esclude i proventi delle dismissioni immobiliari e della distribuzione di dividendi sia ai fini del calcolo del saldo dell’anno da assumere a base per il rispetto del patto di stabilità interno, sia ai fini del calcolo del saldo negli anni successivi, rendendo in tal modo impossibile per molti enti tradizionali "virtuosi" rispettare il patto. In terzo luogo risulta necessario consentire lo sblocco dei residui passivi dei comuni per la realizzazione degli investimenti infrastrutturali, ricordando in proposito che la spesa in conto capitale degli enti locali risulta essenziale, anche per i tempi rapidi in cui può essere attivata, per il sostegno alla domanda e quindi per la ripresa dell’economia».Con riferimento a tutti questi aspetti, Paola De Micheli considera «privo di senso costruire un buon sistema di federalismo fiscale dopo aver distrutto le condizioni di normale operatività degli enti locali».Per quel che concerne il merito del provvedimento, con riferimento in primo luogo al patto di convergenza per il gli enti locali previsto dall’articolo 17 del disegno di legge, l’On. piacentina ritiene opportuno «prevedere, oltre all’esclusione delle spese per gli investimenti, una maggiore autonomia nell’organizzazione dei servizi posti in capo agli enti locali, anche al fine di garantire una maggiore libertà nella collaborazione con i privati».Paola de Micheli si è poi soffermata sul problema del controllo parlamentare sull’attuazione della delega, ritenendo che tale scrutinio debba essere rafforzato, per evitare un’attuazione "centralistica": «infatti se è potuto accadere che una circolare del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato contraddica il dettato di una legge approvata dalle Camere, a maggior ragione i decreti legislativi potrebbero dare un’interpretazione restrittiva dei principi di autonomia contenuti nella legge delega».Per quel che concerne l’aspetto quantitativo, ha affermato che «il disegno di legge delega preveda un livello di spesa complessivo per gli enti territoriali analogo a quello attuale, che peraltro è in linea con quella degli stati federali"; osservando che tuttavia" l’occasione dell’introduzione del federalismo fiscale dovrebbe essere colta anche per compiere una seria revisione della qualità della spesa».Con riferimento alla riserva di aliquota IRPEF per le Regioni prevista dal provvedimento, ritiene necessario «non lasciare spazio a variazioni discrezionali delle basi imponibili da parte delle singole Regioni, in quanto la tassazione delle persone fisiche in Italia pesa sull’imposizione fiscale complessiva in misura superiore a quello che avviene in altri paesi, a scapito di quella che dovrebbe essere la funzione dell’imposta: vale a dire quella di aiutare, con la sua progressività, la mobilità sociale. Conseguentemente, la differenziazione delle basi imponibili, creando una situazione fiscale diversa per ciascuna Regione, rappresenterebbe un’ulteriore lesione del principio di uguaglianza tra tutti i cittadini italiani».La De Micheli ritiene poi «eccessiva la genericità dei principi di delega in materia di costi standard, richiamando in proposito la situazione degli asili nido nel Comune di Piacenza dove la copertura del servizio ammonta al 35 per cento, in linea con le indicazioni europee, il costo medio per bambino è di circa 8 mila euro, contro i circa 9 mila nazionali, ed il servizio è cogestito da soggetti pubblici e privati, con una percentuale di erogazione del servizio da parte di soggetti pubblici pari al 40 per cento». Si interroga pertanto su come, ad esempio, da tali elementi si possa ricavare il costo standard, ritenendo in particolare necessario precisare se si debba assumere il costo medio del servizio in quel territorio o quello nazionale, e se non sia opportuno introdurre una specifica metodologia di calcolo dei costi standard per quei servizi nei quali vi è un forte coinvolgimento di soggetti privati.Si è poi soffermata sul problema delle autonomie speciali, per le quali effettivamente «si pone l’esigenza di superare l’attuale modello, contemperando l’attribuzione di maggiori funzioni ai territori dotati di autonomie speciali con una maggiore corresponsabilizzazione dei medesimi territori ai fini del rispetto dei vincoli della finanza pubblica».Più in generale, per quanto riguarda i costi derivanti dalla mancata introduzione di un sistema federalista, richiama i risultati di una ricerca svolta della Regione Veneto, la quale ha evidenziato come, nel periodo 2001-2004, il personale delle amministrazioni centrali sia aumentato, mentre quello degli enti locali sia diminuito e come, nello stesso periodo, nel Sud sia aumentata la dipendenza da strumenti di finanza derivata, con conseguente riduzione della spesa infrastrutturale ed in conto capitale dei medesimi territori. Ciò conferma l’esigenza di un federalismo solidale, che garantisca anche la mobilità delle risorse umane e finanziarie. Ritiene, infine, che tale esigenza costituisca un’autentica urgenza, reputando in proposito che, conseguentemente, potrebbero essere ridotti i tempi di attuazione della delega.Ha, quindi, invitato il Governo e la maggioranza a valutare seriamente le proposte emendative che saranno presentate dal Partito Democratico.

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