Futuro parco del Trebbia, oggi seminario all’Isii Marconi

Sulla necessità di istituire parchi naturali nella nostra provincia almeno una categoria di cittadini sembra d’accordo: è quella dei ragazzi under 18. Una loro folta rappresentanza ha partecipato oggi (sabato 21 febbraio) al seminario sul destino del futuro parco del Trebbia, organizzato da Provincia ed Associazione Ambiente e Lavoro nell’Aula magna dell’ISII Marconi, e, a giudicare dai commenti, sembra che la proposta sia stata apprezzata. E’  incoraggiante: Piacenza vanta il non invidiabile primato di essere l’unica provincia della nostra regione a non avere un’area protetta (e probabilmente è un primato non solo regionale ma nazionale), è auspicabile che lo perda in tempi brevi. La cultura e la maturità civile di una comunità, infatti, si misurano anche, se non soprattutto, sulla sua sensibilità ambientale. "L’obiettivo della Provincia – ha detto l’assessore provinciale alla programmazione e allo sviluppo all’attenta audience dei ragazzi – è istituire il parco del Trebbia entro la fine del mandato, cioè entro giugno. E’ una corsa contro il tempo. Nelle prossime settimane la Regione dovrebbe approvare il progetto, poi l’iter andrà più spedito. Siamo l’unica provincia della regione e una delle poche in Italia a non avere un parco – ha ribadito Borghi -, ed è un primato di cui c’è da vergognarsi. In questa provincia si  è tentato più volte di realizzare un parco: per motivi diversi (la volontà di ottenere l’unanimità dei consensi, tra i tanti) questo non è stato possibile. Da noi esiste ancora la diffusa convinzione che "parco" sia sinonimo di rete di vincoli, di preclusione ad ogni genere di intervento sul territorio. Non è così: parco vuol dire, sopratutto, lavoro e sviluppo economico. Lo si può facilmente constatare interpellando le comunità che ospitano al loro interno un parco naturale: in queste aree, il parco ha portato benessere ed opportunità di lavoro. E si vive in un amiente sano. Il nostro progetto esce da una ampia consultazione con tutte le comunità interessate. Va da Rivergaro alla foce: avremmo voluto coinvolgere anche Travo, ma quel comune ha deciso di non farne parte, con una scelta della quale, ne sono convinto, si pentirà". Prima di Borghi, Nanda Montanari, presidente dell’Associazione Ambiente e Lavoro e coordinatrice dell’incontro, aveva portato il suo saluto ai presenti, mentre il prof. Pier Luigi Viaroli, docente all’Università di Parma, aveva parlato di come si realizza un parco e della sua utilità, sotto molteplici punti di vista. Un contributo sostanziale alla realizzazione di un parco, in un ambiente antropizzato come quello in cui viviamo, viene proprio, ha spiegato Viaroli, dall’uomo, che con tecniche di ingegneria ambientale restituisce agli ambienti degradati le loro caratteristiche di naturalità. Sugli aspetti del futuro parco del Trebbia si è soffermata Adalgisa Torselli, dirigente del servizio pianificazione territoriale e ambientate della Provincia: il progetto prevede diverse fasce di tutela, con vincoli più o meno rigorosi. Tra gli obiettivi: migliorare e tutelare la qualità dell’acqua del fume. Si punta a garantire al fiume il suo "minimo flusso vitale" (la quantità d’acqua che serve a far sopravvivere i suoi ecosistemi) e ad assicurare alle attività produttive (agricoltura in particolare) la quantità d’acqua che è loro necessaria. Iin questo senso si pensa ad incoraggiare, nell’area del parco, lo sviluppo di colture poco idroesigenti, a tecniche di irrigazione che consentano un maggior risparmio idrico, alla realizzazione di piccoli invasi, lungo il fiume, alimentati dall’acqua dei periodi di piena, da utilizzare nei periodi siccitosi. Sulle caratteristiche ambientali del futuro parco si è soffermata Chiara Spotorno, del citato Servizio della Provincia. Pier Luigi Carini, del centro di lettura di Rivergaro, ha proposto un video con interviste sul fiume Trebbia.

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