Rapporto Cnel, Reggi: integrare stranieri contro ogni politica persecutori

Il sindaco Roberto Reggi esprime soddisfazione per l’esito del sesto rapporto del Cnel sull’integrazione degli immigrati in Italia, che vede Piacenza al settimo posto a livello nazionale, con un significativo balzo in avanti rispetto alla precedente edizione di questa indagine, in cui la nostra provincia si assestava alla 24° posizione. Anche la Regione Emilia Romagna ha ottenuto un risultato importante, passando in vetta alla graduatoria dopo il terzo posto conseguito in precedenza.  "Il risultato della ricerca del Cnel – commenta il sindaco Reggi – avvalora non solo il fatto che l’integrazione è un obiettivo concreto e realmente perseguibile, ma conferma la validità delle politiche attuate, in tal senso, sia dal Comune di Piacenza, sia dalla Regione Emilia Romagna. Ho avuto modo di ribadire, in più occasioni, che considero la presenza di cittadini stranieri innanzitutto come risorsa da valorizzare, e lo stesso rapporto del Consiglio nazionale dell’Economia e del Lavoro, che valuta il potenziale di inserimento socio-occupazionale degli immigrati nei territori italiani, ha la finalità dichiarata di contribuire alla lotta contro la discriminazione e garantire il rispetto delle pari opportunità. Per questo – prosegue Reggi – lo considero un indicatore prezioso, che tiene conto di fattori sensibili quali, tra gli altri, il problema della casa e la dispersione scolastica". Oltre agli elementi riferiti al welfare e al mondo del lavoro, il sindaco di Piacenza sottolinea ciò che emerge dal rapporto del Cnel in materia di sicurezza: "Proprio nelle regioni settentrionali, in cui più spesso viene effettuato l’accostamento tra presenza straniera e criminalità, il tasso di devianza risulta inferiore rispetto alla media nazionale. Credo sia un dato su cui riflettere, che evidenzia l’inutilità di provvedimenti persecutori e generalizzanti, che  alimentano i pregiudizi nei confronti dei cittadini stranieri senza affrontare in modo concreto i problemi. Lo dimostra, sotto questo profilo, il fatto che proprio l’Emilia Romagna e il territorio di Piacenza, dove l’incidenza della popolazione immigrata è tra le più elevate in Italia, siano ai primi posti in termini assoluti per capacità di accoglienza e integrazione". L’inchiesta del Cnel comprende anche una classifica basata sul criterio comparativo, che mette a confronto la situazione dei cittadini stranieri rispetto agli italiani residenti nella stessa provincia: "Da questo punto di vista – commenta il sindaco, a fronte della posizione di Piacenza nella fascia inferiore della graduatoria comparata – emerge che c’è ancora tanta strada da fare per arrivare alla piena equità tra gli standard di vita delle persone straniere e autoctone. Questo ci sprona a proseguire nel nostro impegno verso la popolazione immigrata, dimostrando, nel contempo, la sterilità delle polemiche che accusano l’Amministrazione comunale di favorire i cittadini stranieri rispetto ai piacentini, sotto il profilo sociale, lavorativo e abitativo". "Il rapporto del Cnel risponde a una domanda precisa – aggiunge l’assessore alle Politiche sociali e all’Immigrazione Giovanna Palladini – ovvero a che punto si trova la popolazione immigrata nell’accesso alla casa, alla scuola e nel radicamento nel tessuto sociale? Essere settimi in questa classifica è per noi elemento di soddisfazione perché è il risultato di un’intera comunità: penso, solo per fare alcuni esempi, alle maestre e all’intero sistema scolastico che, negli anni, hanno costruito una realtà quotidiana di integrazione e relazione tra culture diverse; penso a chi,  una quindicina di anni fa, si preoccupò di dar da dormire a quei primi immigrati che non avevano altro posto dove andare se non le panchine dei giardini Merluzzo, come mi hanno raccontato le religiose che da allora si occupano di integrazione, e, insieme a loro alle altre religiose che oggi accolgono le badanti straniere; penso alle tante famiglie che accolgono al loro interno, in affido, ragazzi stranieri. L’impegno del Comune raccoglie una spinta forte, in questo senso, della comunità locale e dimostra che laddove la responsabilità civica e la solidarietà trovano spazio per farsi strada, si costruiscono città dove la coesione sociale si radica a beneficio di tutti".

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