Le proposte emerse dalla commissione vitivinicola Coldiretti evidenziano la necessità di una decisa semplificazione del Disciplinare di produzione e sono sostanzialmente concordi con quelle indicate dal Consorzio vini Doc. Quello che ora conta, è che le modifiche vengano approvate al più presto (termine ultimo il 1° aprile), perché in caso contrario, non si potrà più usufruire della precedente normativa ed occorrerà adeguarsi a quella prevista dalla nuova Ocm che, tra l’altro, non ha certo favorito gli interessi dei produttori italiani.Queste le conclusioni emerse dall’incontro con i produttori vitivinicoli che Coldiretti Piacenza ha indetto oggi, in mattinata a Borgonovo, e al pomeriggio a Cortemaggiore, la prima di una serie di "assemblee formative", dedicate ai più importanti settori che contraddistinguono l’attività imprenditoriale agricola, "con l’intento, ha sottolineato il direttore di Coldiretti Piacenza Giovanni Roncalli (presente con il presidente Luigi Bisi), di perseguire l’obiettivo strategico di condividere sempre tutto con il territorio e con i soci che vi operano"."La riforma dell’Ocm vino, ha ribadito il responsabile vitivinicolo nazionale Domenico Bosco, è stata predisposta in modo sfavorevole per l’Italia perché le risorse, di fatto, non vanno alle imprese agricole e quindi bisogna saperne parare i colpi. Prioritariamente, occorre puntare sugli aiuti disaccoppiati come per gli altri settori, mentre per le regole, ha detto Bosco, preoccupa il nuovo sistema di difesa della Doc: quelli con indicazione geografica saranno classificati Igp e Dop; tutti gli altri come "varietali" e quindi del tutto privi di quel fondamentale legame con il territorio che è l’unica difesa delle nostre specificità. Per questo, ha spiegato, bisogna accelerare al massimo le modifiche per Gutturnio ed Ortrugo, utilizzando la più rapida precedente normativa.In questo modo queste tipologie saranno iscritte nella lista di protezione internazionale, legheremo il territorio a uniche specificità contro gli attacchi che sicuramente verranno dai vini "varietali"; è, ha detto, un’azione che Coldiretti ha intrapreso con forza per aumentare il livello di protezione delle specificità e per focalizzare l’interesse commerciale verso queste tipologie.Dovremo infine, ha sostenuto Bosco, nei decreti attuativi fare in modo che ai produttori non vadano solo le risorse per ristrutturazione e riconversione; soprattutto è indispensabile cercare di imporre regole che rafforzino il legame con il territorio, anche attraverso l’indicazione obbligatoria di provenienza, così per tutti i prodotti, contro la globalizzazione e l’indistintività".E sulla necessità di più stretti legami del vino con il territorio, ma anche con i suoi prodotti tipici (per esempio con i salumi), si è fatto paladino anche Roberto Miravalle che ha ribadito l’urgenza di potenziare le varietà autoctone "perché la perdita della biodiversità è un delitto, un impoverimento e la fine dell’identità dei nostri vini. E’ cambiato, ha sottolineato, il mercato di riferimento, il vino da consumo alimentare è divenuto edonistico. Per questo, ha sostenuto, l’offerta oggi deve mantenere in parte la produzione per il "normale" consumo e per il resto puntare sull’individuazione territoriale, come il Gutturnio che va semplificato per saperlo "comunicare meglio", così come vanno "rivisitati" i bianchi".Piacenza, ha ricordato Miravalle, ripercorrendo la storia dei vini piacentini nell’ultimo secolo, ha saputo rinnovarsi per fronteggiare crisi fitosanitarie e di mercato. Lo deve saper fare anche ora forte della professionalità dei suoi produttori".In apertura di riunione Achille Bertè, responsabile della commissione vitivinicola di Coldiretti Piacenza, ha illustrato le proposte dell’Organizzazione relative al Disciplinare che puntano di fatto ad una decisa semplificazione per il Gutturnio (frizzante, fermo e superiore), e ad uniformare il più possibile le caratteristiche organolettiche, unitamente alle altre osservazioni per l’uso dei tappi, delle gradazioni, per i vini Igt ecc. Massimo Ghezzi per i sommelier Fisar ha chiesto più rigorosi controlli sul disciplinare ed ha ribadito che "più che la forma è il contenuto che fa individuare un vino del territorio". Al termine il dibattito con l’auspicio di un iter il più rapido possibile.