Un miliardo e mezzo di euro per dare una risposta forte alla crisi

Un miliardo e mezzo di euro  per  dare una risposta forte alla crisi. Affiancando agli interventi a sostegno dei lavoratori,  investimenti strategici per rafforzare la competitività del sistema Emilia-Romagna. Già approvato dall’Assemblea legislativa, come  strumento in cui   far confluire, su una serie di obiettivi strategici concordati con i territori, ingenti risorse straordinarie   europee (FESR e FSE),  nazionali (FAS)  e regionali,   il DUP ovvero  – il Documento Unico di Programmazione – è diventato ora lo strumento  principale  con cui la Regione Emilia-Romagna si prepara ad affrontare  la  recessione. "Abbiamo presentato un programma di investimenti da realizzare in modo integrato  in tutte le province dell’Emilia-Romagna per fare  due cose : una politica di investimenti in risposta alla crisi, ma anche una politica di innovazione  nei settori dell’ambiente, della mobilità sostenibile, della ricerca e dell’innovazione industriale  – ha detto oggi  a Bologna  il presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani   a conclusione di un’iniziativa in cui il DUP è stato  illustrato a una platea di amministratori locali, imprenditori,  rappresentanti di sindacati e organizzazioni economiche e sociali. "Faremo questo con grande determinazione – ha sottolineato il Presidente –  e auspico da parte del Governo un’intesa con le Regioni  per costruire una politica nazionale integrata di risposta alla crisi, di cui  questo paese ha urgente bisogno. C’è bisogno  in tempi molto rapidi di una sintesi, siamo già in ritardo".   Presentando i contenuti e gli obiettivi del DUP,  in apertura dei lavori il sottosegretario alla presidenza Alfredo Bertelli  ha parlato  aveva spiegato che  il   Documento Unico di Programmazione rappresenta  da parte della Regione Emilia-Romagna "una scelta non scontata     che  permetterà di  velocizzare la spesa, evitare distribuzioni a pioggia e realizzare il massimo di sinergie e integrazioni possibili su scala regionale".   Il DUP, considerando anche le risorse di Enti locali e privati  potrà contare   da qui al 2013 su circa 3 miliardi di euro e si tradurrà operativamente in 9 Intese provinciali che saranno firmate  entro la primavera.  Per ogni singola realtà provinciale si può stimare un impegno finanziario pubblico (al netto delle risorse  locali) compreso tra i 100 e i 150 milioni di euro in 7 anni.COSA PREVEDE IL DUP130 milioni di euro  per fare una  "cura del ferro"  all’Emilia-Romagna. Ovvero per  ammodernare la rete ferroviaria regionale, collegarla meglio  alle grandi rete di comunicazione quali l’Alta Velocità, acquistare nuove carrozze ferroviarie.   110 milioni per  costruire la rete emiliano-romagnola dei tecnopoli  e  dare impulso  alla ricerca industriale , 27 milioni per  costruire un’altra rete strategica,  quella dei poli  provinciali per la formazione tecnica. E ancora 50 milioni di euro destinati  a sostenere progetti innovativi delle imprese, anche  in campo energetico ambientale;  16 milioni per  il   risparmio idrico, 40 milioni per la realizzazione di aree industriali ecologicamente attrezzate,   73 milioni per  sostenere progetti di riqualificazione urbane nelle  città dell’Emilia-Romagna.  Sono solo alcuni degli interventi   e dei relativi finanziamenti regionali,  che – nell’ambito dei 10 obiettivi in cui è articolato il DUP – partiranno nei prossimi mesi e  che  – in alcuni casi – sono già partiti. E’ il caso ad esempio della manifestazione di interesse per i tecnopoli che si è chiusa il 30 gennaio;  mentre  il 31 dicembre 2008 si sono chiusi i termini per la presentazione delle manifestazioni di interesse per  realizzare le aree  ecologicamente attrezzate, così come si sono già  conclusi i bandi   rivolti alle imprese che vogliono avviare progetti innovativi. Dei  10 obiettivi   del DUP 8 sono trasversali e vanno  dall’economia della conoscenza all’ambiente, dalla mobilità sostenibile, alla valorizzazione del patrimonio culturale e naturale, dal sistema produttivo al welfare. Due invece sono "territoriali"  e guardano a alle aree  regionali con specifiche vocazioni,  a quelle ex obiettivo 2 e alle  città.

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