Boiardi, riflessione sul viaggio ad Auschwitz

Riflessione del presidente della Provincia Gianluigi Boiardi sul suo recente viaggio ad Auschwitz. Questo il testo integrale inviato dalla Provincia."Ci sono immagini che ti accompagnano una vita. Cracovia, per me, è l’immagine in bianco e nero di una ragazza, sulle spalle il peso di una sofferenza inflitta dagli uomini, nello sguardo la stanchezza e la dignità di un inverno che è arrivato senza passare dalla primavera. In braccio ha una sedia. Appoggiati sopra, pochi stracci bianchi. La sua foto (a lato, ndr) è appesa nella farmacia storica del quartiere ebraico. Lei è una dei quindicimila ebrei catturati dai rastrellamenti nazisti e ammassati nel ghetto prima di essere deportati nei campi di concentramento. Mi sono convinto che quell’immagine abbia dato lo spunto alla piazza degli Eroi, divenuta il simbolo della città polacca, dove tante sedie vuote "aspettano" invano  il ritorno delle vittime delle persecuzioni naziste. Il loro cammino si è interrotto ad Auschwitz, a Birkenau, immagini racchiuse nello sguardo serio, cupo, a tratti smarrito dei nostri studenti dopo averne varcato i cancelli. Pochi scatti, un solo titolo: Arbeit macht frei, il lavoro rende liberi. Mi stupisco ogni volta della potenza del significato delle parole. "Auschwitz" sembra un termine relegato ai libri di storia, alla memoria: i cartelli, le indicazioni, tutto in Polonia oggi indica "Oswiecim". A ribattezzare la città sono stati i tedeschi, cambiandone il nome e il destino. E "Birkenau", migliaia di cadaveri bruciati ogni giorno nei forni, è semplicemente un "bosco di betulle". Le parole nascondono molti significati. A volte celano una porta aperta sull’atrocità, altre purtroppo vengono utilizzate per confondere. Tra quei fili spinati, tra quelle torrette dove ancora pare di vedere le mitragliatrici puntate all’interno, tra quei lugubri camini neri che svettano, le polemiche politiche attuali non mi sono mai apparse così insulse e fuori luogo. La storia insegna ma bisogna avere la forza, la volontà e il coraggio per imparare. La storia va usata per crescere, per allargare gli orizzonti della propria mente, per imparare a vivere con gli altri. Che dovrebbe essere in fondo lo scopo nobile della politica. C’è ancora oggi chi sostiene che chi combattè per la libertà e la democrazia e chi difese fino all’ultimo il nazifascismo sia comparabile sul piano della storia. La democrazia tollera molte cose, anche i vuoti di memoria, l’opportunismo di fingere di cambiare idea per ottenere posti di governo. Ma non dimentica.  Provo sconforto di fronte a chi sostiene che ad Auschwitz si va in gita. Come presidente di un territorio medaglia d’oro per la Resistenza ho il dovere e l’orgoglio di contrastare chi non ha il senso delle istituzioni democratiche. Abbiamo un’enorme responsabilità di fronte alle nuove generazioni. I giovani che ho accompagnato in questo viaggio della memoria rappresentano un segnale sicuro di fiducia e di speranza per la loro voglia di capire, la loro onestà intellettuale e la loro capacità di dare un valore profondo alla storia. Quella ragazza del ghetto non vide altre primavere. E’ nel ricordo del suo sacrificio e delle milioni di vittime del nazifascismo che noi e i nostri giovani continueremo ad avere fiducia in una nuova stagione dove nulla, in assoluto, sia più importante del valore della dignità umana."

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