Finanziamenti alle coltivazioni biologiche, precisazioni di Spezia

Precisazioni del vicepresidente della Provincia Spezia sul tema dei finanziamenti alle coltivazioni biologiche. Questo il comunicato integrale: "A seguito di vari articoli pubblicati sui quotidiani locali, delle lettere che stiamo ricevendo e delle affermazioni, più o meno gratuite, che stanno circolando sul territorio sul tema dei finanziamenti alle coltivazioni biologiche con specifico riferimento alle graduatorie relative al bando della misura 214 del PSR (Piano di Sviluppo Rurale), mi trovo costretto ad una serie di precisazioni, anche tecniche,  per fissare, una volta per tutte, gli esatti contenuti del problema anche nella convinzione che sia  arrivata oramai l’ora in cui bisogna, anche in montagna, raccontare la verità, avere il coraggio delle proprie azioni e, ognuno per  il proprio livello di competenza e di responsabilità, guardare al domani senza tentennamenti cominciando col dire le cose come stanno anche agli agricoltori anche se a volte non fanno piacere e, magari, non portano, nel breve periodo, consenso. Partiamo innanzitutto del bando della misura 214 del PSR (perché è di questo che stiamo parlando, non di qualcosa d’altro); il titolo della misura è: MIGLIORAMENTO DELL’AMBIENTE E DELLO SPAZIO RURALE, e, come tutte le azioni dell’Asse 2, è una misura cosi detta Agroambientale perché va nella direzione di tutelare l’ambiente rurale e, di conseguenza, sostenere le azioni delle aziende agricole che si adoperano a ciò; NON è una misura specificatamente a sostegno delle colture biologiche e neanche rivolta al sostegno aziendale (di cui si occupa specificatamente l’Asse 1 ed, in particolare, per la certificazione biologica, la misura 132). Veniamo quindi ad esaminare gli atti. Il PSR della Regione Emilia Romagna, approvato nel luglio 2007, recependo le direttive imposte dalla Commissione Europea ha considerato vulnerabilità  e protezione naturalistica quali parametri di preferenzialità assoluta. Purtroppo la maggior parte delle nostre aziende zootecniche biologiche di montagna ricade in ambiti territoriali che non risultano interessati né da zone vulnerabili nitrati, né da zone SIC e ZPS. Proprio in considerazione del problema che ne poteva derivare, nell’ambito delle proprie facoltà, il PRIP (Programma Rurale Integrato Provinciale) della Provincia di Piacenza (realizzato e costruito da una cabina di regia in cui erano presenti e rappresentate tutte le espressioni associative interessate a cominciare da quelle Agricole), approvato nel dicembre 2007, attivando l’azione 2 della misura 214 ha comunque previsto: " di concedere il premio prioritariamente alle aziende che trasformano il proprio foraggio in carne o latte mediante allevamento biologico interno all’azienda stessa". Inoltre, in modo aggiuntivo e specifico, è stato previsto " il riconoscimento e l’accessibilità alle aziende situate in zone di particolare interesse paesaggistico e ambientale (art. 18 e 19 PTCP) e in zone di tutela naturalistica (art. 20 PTCP). Ciò consentirà ad alcune realtà produttive di zone montane ricadenti proprio nelle predette aree tematiche di sottoscrivere o continuare la produzione biologica che più di ogni altra appare compatibile con il mantenimento dell’integrità paesaggistica ed ambientale in senso lato". (Tale ultima opzione non era prevista dal PSR). Il Programma operativo dell’Asse 2, approvato nel febbraio 2008, dettando i criteri di selezione, ha tradotto operativamente le priorità stabilite dal PSR in meccanismi tecnici per calcolare le gradualità riassumibili in "Priorità territoriali, priorità tecniche e soggettive"(vedi tabelle 1, 2 e 3-  pagg. 8 – 9 – 10 – 11 BUR n. 56 del 3/04/08). La graduazione delle priorità all’interno delle suddette tabelle (P1, P2, P3 …) non era modificabile a meno che nei PRIP non fossero stati stabiliti ordini di priorità diversi.Le motivazioni introdotte nel nostro PRIP (approvato mesi prima!) a sostegno della zootecnia biologica, non venivano ritenute idonee a sovvertire gli ordini di priorità (territoriali e tecnici) imposti nel POA (Programma Operativo d’Asse) regionale. E’ proprio per tale motivo che con insistenza è stata inoltrata apposita richiesta alla Regione (con nota 13. 03. 08 n.22944 di prot.) per  attivare una specifica riserva finanziaria, pari al 30%  delle risorse disponibili, da destinare alle aziende zootecniche biologiche.Tale richiesta ha trovato accoglimento (con riduzione al 25%) con apposito atto regionale (come da tab. A, pag. 123 BUR  n. 61 del 14. 04. 08 ). Ciò ha consentito di dedicare, in via riservata, euro 356.032,00 (trecentocinquantaseimilatrentadue)alla zootecnia biologica, finanziando aziende che diversamente non avrebbero raggiunto la posizione finanziabile. Tra l’altro la riserva concessa a Piacenza per la zootecnia biologica (al pari di quella concessa a Forlì-Cesena) è la più alta fra le Province dell’ Emilia Romagna.Nel marzo 2008 la Regione ha approvato i meccanismi di selezione dividendo le priorità territoriali in Aree di tipo A (regionali), B e C (previste dal PRIP) e stabilendo che queste ultime non avrebbero in ogni caso potuto (anche in sovrapposizione) superare le priorità regionali (come da stralcio atto reg.le n.363/08 ). In questo senso la previsione che il PRIP aveva effettuato dando priorità alle aree di montagna e alta collina, non ha potuto trovare adeguato riscontro e/o valorizzazione. Sulla base dei meccanismi descritti, occorre  inoltre sottolineare che la priorità data dai meccanismi comunitari e regionali alle aree protette (parchi e riserve) non ha potuto esplicitare nei nostri territori i suoi effetti essendo Piacenza la provincia meno caratterizzata da parchi e riserve in ambito regionale (presenti solo Stirone, in parte, e Piacenziano).Preso atto dell’ "impotenza" dei meccanismi regionali a recepire esaurientemente  le nostre istanze per la salvaguardia delle aziende biologiche zootecniche di montagna  ci si è comunque attivati presso l’Assessore regionale con un’apposita richiesta (nota 4. 12. 2008 n.91866) di apportare i correttivi necessari ai meccanismi di spesa (ricircolo fra le diverse azioni e misure, anticipazioni sui prossimi bandi) al fine di garantire le finalità annunciate nel PRIP. Tale richiesta è stata poi portata in sede UPI  (Unione Province Italiane della Regione Romagna) per  una più ampia condivisione e presentata al tavolo  dell’apposito Comitato regionale attraverso un documento che è tuttora all’attenzione dell’Assessorato regionale e  di cui stiamo aspettando le decisioni. Questo è lo stato delle cose che sta a significare la direzione inequivocabile a cui si sta indirizzando la Comunità Europea (non tenendo conto della quale non si va da nessuna parte) ma anche la ferma volontà di questa Provincia di difendere il proprio operato (forte scelta sulle coltivazioni biologiche e scommessa Natural Valley) nella legalità normativa, nella chiarezza e nella trasparenza, rifuggendo i pasticci del passato che, anche nella nostra Provincia, tanto male hanno fatto in particolare all’agricoltura di montagna. A conferma della volontà politica della nostra Provincia di sostenere la montagna voglio ricordare, fra l’altro, le misure 211 e 212 del PSR (relative all’indennità compensativa per la montagna e le altre zone svantaggiate) che hanno finanziato tutte le 740 aziende agricole che hanno presentato domanda per un importo complessivo di circa euro 1.500.000,00 (un milione e cinquecentomila). Non ci nascondiamo comunque né la delicatezza della situazione né l’urgenza di trovare una soluzione ponte per la misura 214, su cui stiamo lavorando, ma vogliamo rivolgere un  caldo invito a tutti gli agricoltori a guardare solo ai fatti ed a continuare a credere, anche in montagna, al proprio futuro che, lo confermo ancora una volta, sarà sempre più nelle loro capaci mani di agricoltori in grado di produrre bene all’interno di un territorio così ambito ed incontaminato piuttosto che basato solo sugli aiuti e sui, pur utili, finanziamenti pubblici."

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