Patto regionale per prezzi contenuti ed alta qualità. Obiettivo: la tutela

Commercio – Prezzi contenuti e alta qualità. E’ "Spendo meno. La Regione Emilia-Romagna per i consumatori", accordo firmato oggi da Regione e associazioni di categoria della distribuzione commerciale al dettaglio e all’ingrosso, dell’artigianato e dell’agricoltura. L’iniziativa entrerà a regime da marzo, con appositi marchi identificativi per i punti vendita. L’assessore Pasi: "L’impegno della Regione per creare nuovi accordi e trovare nuovi aderenti"Bologna – L’anno scorso, ad aprile, ci fu l’accordo per un chilo di pane comune a 1 euro. Ora il "pacchetto" s’allarga – anzi, raddoppia – con opportunità d’acquisto a prezzi contenuti su altri alimenti d’uso quotidiano (carne, prodotti da forno, ortofrutta) e consigli utili per gli acquisti. E’ quanto prevede l’accordo, firmato oggi, tra Regione e associazioni di categoria della distribuzione commerciale al dettaglio e all’ingrosso, dell’artigianato e dell’agricoltura. "Spendo meno. La Regione Emilia-Romagna per i consumatori": questo il nome dell’iniziativa, che entrerà a regime a partire dal mese di  marzo. Obiettivo, difendere il potere d’acquisto dei consumatori e, al tempo stesso, valorizzare i prodotti locali e la loro qualità per diffonderli sempre più.  "Per quanto riguarda le iniziative a favore dei cittadini, avevamo iniziato lo scorso anno con l’intesa per ‘un chilo di pane comune a 1 euro’ – ha ricordato l’assessore regionale al commercio Guido Pasi – . L’accordo siglato oggi, in una situazione di crisi economica grave, è molto più articolato, sia per la quantità di prodotti, sia per la platea più ampia di associazioni che aderiscono". Un risultato importante, ha sottolineato l’assessore, che mostra "la capacità di coesione, la volontà di cercare un’intesa in questa regione". "Il nostro impegno – ha concluso Pasi – non finisce qui: continueremo a lavorare per creare nuove intese, trovare nuovi aderenti. E per rinnovare gli accordi, quando arrivano alla scadenza".  L’accordo (siglato da Confcommercio Emilia-Romagna, Conferesercenti Emilia-Romagna, Federcarni Emilia-Romagna, Fedagromercati-Acmo, Associazione panificatori di Bologna, Accda, Ancd-Conad, Cna e Confartigianato Emilia-Romagna) prevede due pacchetti: uno sui prezzi, l’altro per l’informazione sulle iniziative di convenienza e la qualità dei prodotti locali. I punti vendita che aderiscono verranno identificati da un apposito marchio. Il pacchetto "prezzi"Il pacchetto riguarda prodotti che compaiono (o dovrebbero comparire) normalmente sulla tavola dei cittadini, e che negli ultimi tempi hanno subito un aumento dei prezzi.  Carne e prodotti di macelleria- "Spesa amica": le macellerie che partecipano mettono in vendita, almeno nell’ultima  settimana del mese, un pacco di prodotti di carne per famiglie, di qualità garantita, a un  costo massimo di 10-15 euro con uno sconto minimo del 10% sul prezzo normale di vendita. Il pacco contiene un mix di carni scelto da ciascuna macelleria. Chi compra il pacco di "Spesa amica" riceve in omaggio anche un piccolo ricettario oppure alcuni opuscoli con consigli utili su come acquistare, conservare e cucinare la carne. Aderiscono Confcommercio, Federcarni, Cna. – "Carne in tavola". L’impegno è ad applicare uno sconto (almeno nell’ultima settimana del mese) dal 10 al 20% sul prezzo di vendita su uno o più tipi di carne tra pollo, tacchino, bovino e suino. Aderiscono Confcommercio, Federcarni, Cna. Pane e prodotti da forno- "Settimana promozionale dei prodotti da forno". Ci sarà una settimana al mese in cui i panificatori artigiani che aderiscono metteranno in vendita un prodotto tipico locale (crescente, raviole con la mostarda, ciambella, pizza, biscotto del mattino) a un prezzo scontato dal 10 al 20% su quello normale di vendita. L’obiettivo è duplice: offrire un prodotto a un prezzo conveniente valorizzandone la tipicità e la qualità. Aderiscono all’iniziativa Confcommercio, Associazione panificatori di Bologna, Confartigianato e Cna. – "Prezzi bloccati nei forni". I forni che partecipano all’iniziativa s’impegnano a vendere tutti i tipi di pane e dei prodotti da forno fino al 30 aprile 2009 allo stesso prezzo di novembre 2008. Aderiscono Conferesercenti e Confartigianato. – Dopo una fase di sperimentazione viene rinnovata l’iniziativa "un pezzo di pane comune da un chilo a 1 euro". Partecipano Accda e Ancd-Conad. Bar"Prezzi bloccati nei bar". Nei pubblici esercizi che partecipano all’iniziativa il listino prezzi del mese di novembre 2008 non verrà modificato fino al 30 giugno 2009. Aderiscono Confcommercio, Conferesercenti e Confartigianato. Frutta e verdura"Ortofrutta in offerta". I commercianti che prendono parte all’iniziativa si impegnano a mantenere fisso il prezzo di due specie di prodotti di stagione per un periodo minimo di un mese, rinnovabile. Partecipano Confcommercio e Fedagromercati-Acmo. Il pacchetto "informazione sulle iniziative di convenienza e sulla qualità dei prodotti locali"Due le attività previste. Verrà realizzata "Consigli per gli acquisti", campagna di comunicazione di livello regionale a cura delle associazioni che aderiscono al progetto. Ogni mese verrà svolto un approfondimento specifico su una fascia di alimenti (carne, ortofrutta, pane e derivati, e così via). Oltre alle indicazioni utili rispetto al prodotto, al miglior periodo per l’acquisto e alla sua convenienza, verrà fornita anche una vera e propria "pagella" del mese per i prodotti della categoria interessata dall’analisi e una sezione di approfondimento su un tema specifico, con l’intervento di un rappresentante della categoria interessata. E’ previsto anche uno spazio per promuovere e dare visibilità alle singole iniziative di contenimento e blocco prezzi in vigore nel mese in questione. La seconda iniziativa è "Guida all’ortofrutta di qualità": nei punti vendita alimentari aderenti, verrà distribuito un opuscolo informativo dedicato ai consumatori, in un’ottica di qualità  e risparmio.Le imprese sottoscrittrici e le loro associazioni s’impegnano ad attuare le iniziative concordate per tutto il 2009, ad eccezione di "Prezzi bloccati nei forni" (fino al 30 aprile) e "Prezzi bloccati nei bar" (fino al 30 giugno); la Regione, dal canto proprio, s’impegna a fare informazione per i cittadini utilizzando tutti i mezzi a disposizione e a monitorare l’andamento delle iniziative, affinché l’accordo venga applicato correttamente.    Carne, pasta, pane, olio e ortofrutta a Bologna. Prezzi a confronto tra il 2007 e il 2008 A febbraio 2007, comprare della carne fresca di bovino adulto (un taglio da un chilo) a Bologna significava  spendere mediamente 14,59 euro. A febbraio 2008 il prezzo era salito a 15,45, per arrivare a 15,88 euro in media al chilo a fine anno (dicembre). Anche il pollo nello stesso periodo è aumentato: da 3,86 (costo medio di un chilo a febbraio 2007) è passato a 4,19 euro al chilo (febbraio 2008), fino a raggiungere quota 4,26. L’ingrediente simbolo delle cucina italiana, la pasta: sempre a Bologna, un chilo di pasta di semola di grano duro costava in media 1,14 euro (febbraio 2007), poi 1,45 (febbraio 2008) e infine 1,59 euro (dicembre 2008). Sono alcune delle cifre disponibili sul sito dell’Osservatorio regionale prezzi e tariffe: la Regione, in base a un accordo stipulato con l’Istat e il ministero per lo Sviluppo economico, acquisisce parte dei dati rilevati dagli uffici comunali di statistica – la totalità viene inviata all’Istat per il famoso "paniere" – per definire invece un paniere di dimensioni più ridotte (attualmente circa 100 tra beni e servizi maggiormente rappresentativi dei consumi delle famiglie, secondo i dati di contabilità nazionale). Ancora: per quanto riguarda il pane, a Bologna nel mese di febbraio 2007, su un campione di 28 esercizi, un chilo di pane costava in media 3,16 euro (prezzo minimo 1,29 euro, massimo 4,50 euro). A febbraio 2008 era arrivato a 3,45, per scendere a 3,30 a fine anno. L’olio extravergine di oliva: una bottiglia da 100 cl è aumentata da 5,78 euro (prezzo medio a febbraio 2007) a 5,80 (febbraio 2008), per poi diminuire leggermente (5,79 euro a dicembre 2008). Uno sguardo all’ortofrutta: un chilo di patate primura sono passate da un costo medio di 1,06 euro (su 29 esercizi rilevati a febbraio 2007) a 1,09 esattamente un anno dopo, per poi scendere a 1 euro a dicembre 2008. Una verdura di stagione, il cavolfiore bianco: a febbraio 2007 costava al chilo mediamente 1,52 euro (su un campione di 29 esercizi), un anno dopo nello stesso mese si comprava a 1,44 euro e a dicembre 2008 a 1,62 euro. Infine, le mele delicious rosse: da 1,93 euro al chilo a febbraio 2007 sono salite a 1,96 a febbraio 2008, per raggiungere i 2,06 euro di dicembre 2008. Per l’andamento dei prezzi nelle altre città capoluogo: www.regione.emilia-romagna.it/osservatorioprezzi/livello_prezzi.htm

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